La Procura di Messina ha chiesto l’autorizzazione a procedere al ministro della Giustizia a carico Cateno De Luca, per il reato di vilipendio. La notizie è stata diffusa poco fa dall’Ansa. Dopo la denuncia fatta dal Ministro dell’Interno, Luciana Luciana Lamorgese, il sindaco di Messina è stato iscritto nel registro degli indagati.
«Invito il Ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, ad autorizzare la Procura a procedere nei miei confronti. Questo è un processo che desidero affrontare» commenta Cateno De Luca attraverso un comunicato ufficiale.
La denuncia del Ministro era scattata «a seguito delle parole gravemente offensive, e lesive dell’immagine per l’intera istituzione che lei rappresenta, pronunciate pubblicamente e con toni minacciosi e volgari».
Durante una diretta Facebook, infatti, il sindaco di Messina aveva mandato “a quel paese” il Viminale. «Parole giunte a seguito delle contestazione, da parte del Ministero, dei dati sul flusso incontrollato di soggetti che affollavano lo Stretto, in attesa di imbarcarsi per la Sicilia – si legge testualmente nella nota diffusa da Cateno De Luca. Dati comprovati da immagini e video, che secondo il Ministro Lamorgese erano mendaci. A smentire ciò che per il Sindaco De Luca era una “sottostima dei numeri per nascondere la realtà dei fatti e giustificare attacchi e omissioni di un sistema di controllo farlocco”, sono i verbali delle forze dell’ordine a supporto di quanto affermato dal Sindaco peloritano, nel corso dei controlli durante il suo contestato presidio lungo la zona portuale di Rada San Francesco a Messina, che si sottolinea, ha causato la denuncia di 10 soggetti per irregolarità delle dichiarazioni, a seguito della constatazione delle forze dell’ordine e della Polizia di Stato».
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