Dare vita a un accordo tra il Comune di Messina e i principali siti di prenotazione di alberghi o b&b online (come Booking, AirBnB o Trivago) per contrastare l’evasione della tassa di soggiorno, l’imposta che dovrebbe pagare chiunque si trovi ad alloggiare in una struttura ricettiva di una località turistica o città d’arte, ma che spesso non viene versata.
È questa la proposta di delibera lanciata dal consigliere comunale Alessandro Russo di Libera Me per ridurre il livello di evasione dell’imposta di soggiorno a Messina. «Da trend statistici rilevanti a livello regionale e locale – spiega il consigliere – emerge come sia attualmente a un livello medio alto il grado di evasione di questa imposta e che tale fenomeno direttamente compromette il grado di buone policies in ambito di valorizzazione turistica da parte della nostra Amministrazione, specialmente in una fase di ristrettezza contabile e di bilancio, costituendo il gettito dell’imposta un importante fonte di ingresso per le voci relative».
Secondo Russo un sistema efficace per impedire ai turisti, o a chi in generale alloggi nelle strutture alberghiere di Messina, di non pagare la tassa di soggiorno – causando così un danno alle tasche della città – sarebbe quello di creare una convenzione tra il Comune e le principali piattaforme di booking online che stabilisca due provvedimenti principali:
- il pagamento della tassa di soggiorno al momento stesso della prenotazione o del pernottamento;
- l’inclusione dell’imposta direttamente nel prezzo stabilito dalla piattaforma, al fine di agevolarne il pagamento online.
In questo modo, spiega Russo, sarebbe più semplice evitare l’evasione della tassa di soggiorno e impedire che parte dei ricavi provenienti dal turismo a Messina vada perduto.
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Francamente non credo affatto che siano i turisti a non pagare la tassa di soggiorno. Si da il caso che quando l’utente paga con carta di credito e/o bancomat ti chiedono relativamente alla tassa di soggiorno il pagamento cash.