Sono sempre più sospettosi i toni di Fp Cgil e Uiltrasporti riguardo la possibile privatizzazione di MessinaServizi Bene Comune.
Questa volta, a motivare la nota firmata dai sindacati è stato il fermo di numerosi mezzi, utilizzabili per la raccolta, nel deposito di via Salandra: «Potrebbe essere una strategia finalizzata a far scoppiare il “caso rifiuti” in città per aprire la strada alla privatizzazione del servizio».
«Pochissimi mezzi di raccolta utilizzabili con il carico laterale – spiegano Fp Cgil e Uiltrasporti – numerosi quelli fermi per guasti anche di poco conto, lavoratori che operano manualmente per garantire la raccolta cittadina, la situazione, mai così critica nel comparto, è davanti agli occhi del Cda da settimane, che si limita però ad additare i cittadini incivili sulla stampa e sui social».
Per i sindacati questa teoria trova conferma nella bocciatura del piano industriale 2018/2023: «La strategia dell’Amministrazione De Luca era già chiara – hanno scritto, ieri 29 ottobre, in una nota – e ampiamente prevista dalle organizzazioni sindacali: rallentare e bocciare la stesura del piano industriale, per lasciare in fase di stallo la neonata azienda compromettendo servizio e investimenti, al fine di giustificare la decisione di aprire alla gestione dei privati».
Era stato annunciato, inoltre, uno sciopero per il 31 ottobre, ma non si fermeranno a questo: «Chiediamo, alla società MessinaServizi e al nuovo Cda, un report preciso dello stato dei mezzi operanti sul territorio e quali siano le cause dei numerosi fermi per manutenzione all’autocentro di via Salandra. Denunceremo da subito tutto alla Prefettura e agli organi competenti, perché il personale opera in condizioni igienico/sanitarie non conformi a garantire il massimo del servizio ed un minimo di decoro urbano. Tutto questo potrebbe generare un’emergenza ambientale in città».
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