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Milleproroghe: a rischio 44 progetti di riqualificazione tra Messina e provincia

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Una doccia gelata ha investito le città italiane nei giorni scorsi, da Nord a Sud, con l’approvazione in Senato del decreto Milleproroghe, comprendente un emendamento che blocca fino al 2020 circa 3,8 miliardi di euro del Piano Periferie: a rischio, tra gli altri, 44 progetti di riqualificazione urbana in 38 Comuni della cintura Metropolitana di Messina.

A commentare la decisione presa da Palazzo Madama, il Presidente di Anci Sicilia (Associazione nazionale comuni italiani) Leoluca Orlando: «L’emendamento al decreto Milleproroghe, approvato in Senato, con il quale è stata prevista la sospensione fino al 2020 del Bando di riqualificazione delle periferie rappresenta, per le città del Sud, una scelta particolarmente grave che, se confermata, rischia di determinare pesanti ricadute sui territori».

Il Piano Periferie, varato dai Governi Renzi e Gentiloni e diviso in due tranche, prevede lo stanziamento di finanziamenti alle città metropolitane per la realizzazione di interventi di riqualificazione urbana. Interventi che, tolti i fondi, potrebbero non essere realizzati almeno per i prossimi due anni e mezzo.

La città di Messina e, in particolare, il progetto Capacity, sembra comunque essere fuori pericolo perché rientrante nella prima tranche, lasciata inalterata dal provvedimento. Sono a rischio, invece, molti interventi previsti per i comuni della provincia, dato che il “congelamento” toglierebbe 40 milioni di euro.

«Sono tutti interventi di riqualificazione e rigenerazione non solo nel senso strutturale del termine – ha chiarito Orlando – ma anche in senso di sicurezza sociale, e tutti in aree particolarmente degradate sotto entrambi i profili. Lo stop a queste importanti risorse comporterebbe un danno economico rilevantissimo, perché i Comuni hanno investito tempo e risorse nei progetti di rigenerazione delle periferie portati avanti negli ultimi anni e priverebbe i cittadini delle nostre città di una prospettiva di vita sostenibile all’interno di aree urbane riqualificate».

«Ci auguriamo – ha concluso il Presidente di Anci Sicilia – che prevalga il buon senso e che la norma non venga confermata, a settembre, anche alla Camera».

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