Regione e Comuni siciliani “fregati” da un imprenditore romano. Ha intascato 19 milioni provento degli incassi dei siti archeologici dell’isola. Messina meno 5 milioni

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teatro antico taoPiove sul bagnato. Con un’economia a terra, la Sicilia, Messina in particolare, aveva proprio bisogno del furbo romano. Gaetano Mercadante, 51 anni,  imprenditore residente a Bracciano (Roma) e’ stato arrestato per peculato dalla Guardia di Finanza con l’accusa di essersi appropriato degli incassi dei siti archeologici e monumentali della Sicilia, sfruttando la sua posizione di capo dell’associazione temporanea di impresa che gestisce la riscossione. Il Gip di Palermo ha emesso a suo carico un provvedimento di arresti domiciliari.L’imprenditore avrebbe dovuto versare le somme incassate, decurtate della partee speettante a lui, nella misura del 70% alla Regione Sicilia e del 30% ai Comuni dove si trovano i siti. Dalle indagini, svolte con acquisizioni documentali, accertamenti bancari e attivita’ tecniche, e’ emerso che l’indagato, dal 2004 al 2011, non ha corrisposto introiti per 19 milioni di euro, appropriandosene, mentre ha versato con notevole ritardo somme per altri 14 milioni.
L’indagato aveva ottenuto, nel 2003, dall’assessorato regionale ai Beni culturali, la concessione di alcuni servizi nell’ambito di vari siti nella provincia di Messina (il Teatro Antico di Taormina, il Museo Archeologico di Messina, la Villa Romana di Patti Marina, l’Area Archeologica e l’Antiquarium di Giardini Naxos, la Villa Romana di S. Biagio presso Terme Vigliatore, l’Area Archeologica Halaesa Arconidea di Tusa, il Museo Archeologico Eoliano “Bernabo’ Brea” di Lipari); in quella di Siracusa (la Galleria Regionale di Palazzo Bellomo, il Museo archeologico “Paolo Orsi”, l’Area della Neapolis e l’Orecchio di Dionisio e l’Area archeologica Castello di Eurialo a Siracusa, l’Area archeologica Teatro Antico presso Palazzolo Acreide, il Museo Archeologico di Lentini e l’Area Archeologica di Megera Hyblea ad Augusta); di Ragusa (il Museo Archeologico Ibleo di Ragusa, la Cava di Ispica a Modica, la Zona Archeologica di Caucana, il Museo Regionale Kamarina e l’Area archeologica in Santa Croce Camerina). Infine di Trapani (il Museo Archeologico “Baglio Anselmi” di Marsala, l’Area Archeologica di Segesta a Calatafimi, l’Area Archeologica di Selinunte e il Museo Regionale Pepoli di Trapani).
I 19 milioni di euro complessivamente non versati dall’indagato hanno cagionato un corrispondente ammanco di 14 milioni di euro circa nel bilancio regionale e di 5 milioni di euro nei bilanci comunali. Le indagini proseguono e non si esclude il coinvolgimento di altre persone.

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