Omicidio Lo Turco: i dettagli che hanno portato all’arresto – VIDEO

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Messina. Dissidi tra vicini, questa sembrerebbe essere la causa dell’omicidio di Pietro Lo Turco, il pensionato di Mongiuffi Melia il cui cadavere è stato ritrovato lo scorso 1 ottobre.

Questa mattina, alle prime luci dell’alba, i Carabinieri di Messina hanno provveduto all’arresto di Leonardo Lo Giudice, operaio 64enne di Mongiuffi Melia, accusato di omicidio premeditato.

Dalla ricostruzione effettuata a seguito delle indagini sembrerebbe che la vittima, recatasi in un fondo agricolo per alcuni lavori, sarebbe stata affrontata e uccisa – da Lo Giudice – con tre colpi di fucile semiautomatico calibro 12, caricato a pallettoni, esplosi alla testa da distanza ravvicinata.

Stando alle testimonianze raccolte nel corso delle indagini sembrerebbe che l’omicidio sia l’atto conclusivo di lunghi e pesanti dissidi tra Pietro Lo Turco e Leonardo Lo Giudice.

L’attività investigativa, coordinata dal sostituto Procuratore della Repubblica, Annalisa Arena, e sviluppata dalla Compagnia Carabinieri di Taormina d’intesa con il Reparto Carabinieri Investigazioni Scientifiche di Messina, ha portato alla possibile soluzione del caso.

Le indagini si sono basate su interrogatori di persone informate sui fatti, sopralluoghi, perquisizioni, esami delle riprese ottenute dai sistemi di videosorveglianza e intercettazioni telefoniche e ambientali, nonché sulle indagini tecnico-scientifiche.

Il presunto autore del delitto è stato individuato anche grazie alle rilevazioni che hanno permesso di ricondurre il materiale balistico, presente sulla scena del crimine, a un’arma di sua proprietà. È stato possibile, inoltre, ricostruire gli spostamenti dell’indagato nel giorno dell’omicidio, appurando che aveva effettuato una sosta di qualche minuto proprio vicino alla scena del crimine in un orario compatibile con quello in cui era stato commesso il reato.

L’indagine non si è limitata ad un singolo sospettato. Numerose perquisizioni sono state eseguite, infatti, nei confronti di cittadini del piccolo comune ionico che detenevano legalmente armi compatibili con quella utilizzata per commettere il reato. Tale attività ha consentito il sequestro del fucile calibro 12 semiautomatico marca Breda, legalmente detenuto da Lo Giudice. L’arma, sottoposta ad accertamenti tecnico-scientifici presso il RIS di Messina sembrerebbe essere proprio quella da cui provenivano i proiettili rinvenuti sulla scena e che hanno causato la morte di Lo Turco.

Sulla base degli indizi raccolti, la Procura della Repubblica di Messina ha ottenuto dal GIP il provvedimento cautelare a carico di Lo Giudice, che dovrà difendersi dall’accusa di omicidio premeditato per la quale è prevista la pena dell’ergastolo.

L’ordinanza di custodia cautelare in carcere, cui i Carabinieri del Comando Provinciale di Messina hanno dato esecuzione oggi, è stata emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Messina, Simona Finocchiaro, su richiesta della locale Procura della Repubblica guidata dal Procuratore Capo dott. Maurizio De Lucia.

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