Vincenzo Nibali, “lo Squalo dello Stretto”, dopo essersi aggiudicato nel 2006 il titolo di rivelazione dell’anno, nel 2010, 2012 e 2013 quello di numero uno dell’anno, quest’anno ha ottenuto il titolo sia di campione italiano che di numero uno dell’anno. Alla 41° edizione del “Giglio d’Oro” è stato premiato come miglior professionista per la vittoria al Tour de France e come campione italiano 2014. “Questi premi sono una perla che si aggiunge al mio anno fantastico – ha commentato Nibali -. Ringrazio Saverio Carmagnini, patron del premio, che mi fa sempre sentire come a casa mia. E poi, molti anni fa ho vissuto a Barberino di Mugello e ho pedalato su queste strade”.
I ricordi del Tour vinto a luglio sono ancora ben limpidi: “I momenti più belli sono stati due – ha proseguito il campione siciliano – la prima tappa e l’ultima, con la passerella sui Campi Elisi, sono le due foto che ho più impresse nella mia mente. Il programma per il 2015? Da stasera inizia ufficialmente il nostro ritiro e, per il momento, ho la certezza di partecipare solo al Tour de France, ma non escludo la Vuelta o il Giro d’Italia, per il quale però l’Astana, la mia squadra, ha un’opzione con Fabio Aru. Partecipare anche a qualche classica come la Milano-Sanremo, la Freccia Vallone o la Liegi-Bastogne-Liegi? Sarebbe bello, ma dobbiamo ancora programmare la prossima stagione e fare tutto è veramente dura”.
Ma la vera incognita resta il futuro del suo team, coinvolto nel doping, tema su cui Nibali ha preferito non commentare limitandosi a dichiarare che al momento le uniche notizie che girano sono quelle pubblicate dai giornali.
Al Giglio d’Oro, oltre a Nibali, ci sono stati riconoscimenti anche per la rivelazione 2014, Matteo Trentin, e il funambolo Simone Temperato che, ultima delle sue folli esibizioni, ha scalato il Monte Grappa, pedalando all’indietro seduto sul manubrio. Premiati anche il campione del mondo, il polacco Michal Kwiatkowski, e il vincitore del Giro d’Italia, il colombiano Nairo Quintana. Non sono mancati i momenti di commozione, quando sul palco sono salite Silvia e Milvia, le figlie dello storico ct della Nazionale di ciclismo, Alfredo Martini, scomparso tre mesi fa, a 93 anni. A loro è stato consegnato il riconoscimento intitolato a Gino Bartali.
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