Vincenzo Nibali, dopo gli accertamenti effettuati all’ospedale di Genoble, ha dovuto salutare la carovana della Grande Boucle. La diagnosi è stata confermata: frattura composta della decima vertebra, con conseguenti difficoltà respiratorie. Impossibile per lui poter andare avanti: il Tour de France per lo Squalo dello Stretto finisce qui.
A dare la notizia è lo stesso Nibali che ieri sera, sulla sua pagina Facebook, ha scritto: «Ciao Ragazzi sono di ritorno in hotel, purtroppo l’esito del referto medico non è buono, mi è stata confermata la frattura alla vertebra, domani (cioè oggi, ndr) tornerò a casa per un periodo di recupero. Grazie per tutto il vostro affetto dimostrato nei miei confronti! Alla prossima».
Tutto è successo ieri quando, a poco meno di quattro chilometri dal traguardo, il campione messinese è caduto rovinosamente a terra. Dalle prime immagini sembrava che a causare l’incidente fosse stata una moto della gendarmeria francesce, colpevole di aver superato i ciclisti in un punto troppo stretto. In un video diffuso questa mattina, invece, sembrerebbe che a provocare la caduta di Vincenzo Nibali sia stato un tifoso troppo vicino ai corridori. Nonostante il dolore, ieri lo Squalo dello Stretto ha finito la corsa, attardandosi di soli 13’’ dal primo arrivato Geraint Thomas e dimostrando ancora una volta la sue doti da campione.
Il Tour de France stava andando molto bene per Vincenzo Nibali, perché il suo ritardo dal favorito della vigilia, Chris Froome, era di soli 50’’. La sfortuna ancora una volta, però, si è accanita contro il campione messinese, facendogli sfumare il sogno Tour. Lo Squalo si è sentito molto amareggiato dall’accaduto, dicendo che queste situazioni possono capitare in gara, rimarcando ancora una volta l’umiltà che lo contraddistingue.
Adesso l’obiettivo è tornare in forma e i tempi di recupero non sono lunghi. Fra una ventina di giorni potrebbe essere di nuovo in sella per preparare la Vuelta Espana e, successivamente, il Mondiale di Innsbruck, altro obbiettivo stagionale dello Squalo dello Stretto.
Giovanni Irrera
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