La Pgs Luce esce imbattuta da Acireale nell’incontro valevole per la quinta giornata del campionato di serie C2 di calcio a 5, pareggiando 2-2 contro il Real Aci, che resta ancora impantanato nei bassifondi della classifica.
La partita vede sin da subito i messinesi impostare gioco palla a terra e pressare alto mettendo in grande difficoltà gli acesi, i quali scelgono di metterla sul piano fisico del forte agonismo.
Ne scaturisce una fitta sequela di interventi irregolari ed un clima reso arroventato dalle pressoché costanti proteste dei giocatori di casa nei confronti del direttore di gara e da un atteggiamento provocatorio ed intimidatorio rispetto agli avversari.
A sorpresa, sono proprio i locali a portarsi in vantaggio con una bella giocata di Hajar che sfrutta un rimpallo e con una bella rovesciata insacca sotto l’incrocio realizzando uno splendido gol.
Pareggio immediato della Luce: Fiumara vede il taglio di Bucca che con un preciso diagonale sigla l’1 a 1.
Il primo tempo si conclude con un tiro libero sbagliato da Giuseppe Granata.
Nell’intervallo si verificano altri atti censurabili che portano ad un crescendo pericoloso: mentre le squadre rientrano negli spogliatoi si accende un parapiglia (probabilmente qualche parola di troppo sulla decisione arbitrale di concedere il penalty lungo ai messinesi) e dagli spalti un uomo con atteggiamenti più che plateali si rivolge all’arbitro urlandogli contro e minacciandolo pesantemente.
Il secondo tempo risente del clima avvelenato: i messinesi sono sempre padroni del campo, ma gli acesi passano dall’agonismo intenso alla ricerca costante del contatto e della rissa.
Il signor Allegra della sezione di Catania, decide quindi di usare un metro diverso per tenere in pugno la partita: poca tolleranza e cartellini che portano all’espulsione dell’acese Indelicato.
Il pubblico di casa non gradisce e prende di mira arbitro ed avversari istigato dallo stesso personaggio prima citato che prende in mano una transenna agitandola con veemenza nei confronti del malcapitato arbitro.
Non visto dall’arbitro il capitano acese (Di Mauro Giovanni, classe 1975) da una manata a Giuseppe Granata in procinto di battere una rimessa laterale. Un altro giocatore colpisce Giuseppe Giunta a palla lontana.
Nel frattempo, ancora botta e risposta sul piano del risultato: Real Aci in vantaggio grazie alla doppietta di Hajar; pareggio dopo pochi minuti della Luce con punizione calciata da Fiumara.
Negli ultimi minuti il direttore di gara espelle l’acese Anastasi per uno schiaffo in pieno volto su Di Nuzzo a gioco fermo e proprio sotto i suoi occhi; il giocatore acese si rifiuta di uscire ed i componenti della panchina locale accerchiano l’arbitro, protestando e spintonandolo.
Non si riesce più a controllare la situazione. L’arbitro è costretto a fischiare anzitempo la fine.
Dopo il triplice fischio, l’incredibile: il pubblico entra in campo aggredendo i giocatori della Pgs Luce. Il dirigente, Sebastiano Costa colpito da dietro con due pugni finisce a terra, ma riuscendo a rialzarsi nella mischia conduce i suoi giocatori e l’arbitro negli spogliatoi.
Alla fine arrivano i carabinieri a scortare il direttore di gara e chiudere la pessima giornata.
In attesa della pubblicazione del referto del direttore di gara, nonché del rilascio di quello dei militari ell’Arma, si registra una dichiarazione di un dirigente del Real Aci:
<<Dopo un punto in quattro partite dovevamo vincere per forza… Con le buone o con le cattive>>.
Amareggiatissimo ma deciso Sebastiano Costa:
<<Questo sabato ad Acireale, siamo stati insultati, maltrattati, e picchiati. Un pomeriggio di sport rovinato da una escalation di intimidazione e violenza. Un comportamento vergognoso da parte dei tesserati del Real Aci che non potremo fare a meno di denunciare alla Figc. E questo al di la di ogni aspetto riconducibile al risultato finale della partita, che per noi resta quello omologato dall’arbitro.
Va, tuttavia, combattuta la prassi di chi con la prepotenza è disposto a compiere ogni atto oltre le regole per vincere una partita. Ciò risulta ancor più grave vista l’età media over 30 dei giocatori acesi rispetto a quella dei nostri ragazzi, ben più bassa.
Non possiamo permettere che giovani atleti come quelli facenti parte della nostra Associazione sportiva debbano subire un trattamento del genere o possano in alcun modo pensare che questa sia una modalità per fare sport ed affermare una propria supremazia.
Noi crediamo in dei valori definiti sia sul piano morale, sia su quello sportivo>>.
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