È un botta e risposta quello tra il consigliere Alessandro Russo e il suo collega Salvatore Sorbello. Nelle scorse ore, Russo aveva presentato un’interrogazione urgente all’Amministrazione De Luca, chiedendo la sospensione dell’affidamento dello Stadio Franco Scoglio alla società vincitrice del bando del Comune, il Football Club Messina. Non è dello stesso avviso Sorbello, che in una nota critica l’atto del suo omologo.
«Premesso – dichiara Sorbello – che non si possono fare interrogazioni durante lo svolgimento in corso di un bando pubblico, credo in linea generale che il Pd, per noti motivi, sia incompatibile anche solo a passare davanti allo Stadio San Filippo». L’interrogazione di Russo, sostiene il consigliere di Ora Messina, rappresenta una «manovra effettuata per destabilizzare l’ambiente squadra alla vigilia di una partita importante». Il riferimento, chiaramente, è al derby tra ACR ed FC Messina in programma domenica 21 marzo allo Stadio Franco Scoglio.
Sorbello si scaglia soprattutto contro la legittimità dell’interrogazione fatta da Russo sull’affidamento del “Franco Scoglio”. «Non è che siamo noi consiglieri comunali vicini a quel presidente o vicepresidente iscritto a quel partito piuttosto che all’altro, a dover dire alla commissione cosa deve fare e di cosa dovrebbe avere timore, né può essere competente l’amministrazione comunale intesa come organo politico. C’è un dirigente che ha questo compito e che per ovvie ragioni non è stato nominato dalla politica per svolgere il suo lavoro».
L’attacco del consigliere si conclude con una riflessione sul ruolo della politica in questa vicenda. «Noi organo politico – scrive – possiamo intervenire quando si completerà l’iter procedurale che coincide con l’assegnazione o la bocciatura. Un minuto dopo, possiamo rilevare tutto ciò che vogliamo come qualunque altro cittadino. Saranno gli organi competenti eventualmente aditi a dover esprimere un giudizio positivo o negativo. In uno Stato di diritto funziona così, ma il Pd, o parte di esso, questo ancora probabilmente non l’ha imparato. C’è sempre tempo».
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