La Vittoria di ogni giorno (il linguaggio)

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Oggi mentre accompagnavo i bambini all’asilo ho sentito una discussione tra cingalesi di fronte ad un internet point.
Uno diceva all’altro: “scauiuugfakllllllhsjht AHGBGSD BDCBVFLKJVJFDNON nonhghreehchgvdfygyfsohvvghghhuf” e quello rispondeva “hhghghhagashggdckabc SHDYERRRBVHCB hgssgsdhkghgfd”.
Però devo dirvi che, alla fine, sarà stata la loro espressività, ma ho capito cosa si stavano dicendo.
È quello che capita anche a casa.

Sono sicura che mio marito parli in cingalese. Tuttavia, se lo guardo mentre parla capisco perfettamente quello che desidera comunicarmi ed anche al telefono, dal tipo di intonazione che usa, comprendo il senso di ciò che vuole trasmettermi ed a volte riesco pure a rispondergli correttamente.
È tutta questione di esperienza!

Da sposini mi veniva difficile interpretare i suoi versi e si litigava spesso perché lui credeva che io non l’ascoltassi mentre invece io mi chiedevo perché non parlasse italiano visto che si tratta della sua lingua madre.
Poi, ho capito che eravamo una coppia mista e mi sono tranquillizzata.

Un giorno gli chiesi di darmi una mano con le faccende di casa.
Nulla di impegnativo, per carità, doveva solo portarmi delle asciugamani sporche mentre io inserivo i panni sporchi nella lavatrice.
La domanda: “amore, per favore, mi porti le asciugamani del tuo bagno, sto mettendo lavare i panni?!”
La risposta: “uuuuaaaaaarrrllll…UUUUUAAAAAARRRRRLLLLL…” a quel punto, io: “COME HAI DETTO Ammmmmmmooooooreeeeee?”
E lui: “UUUUUUUUUUAAAAAAAAAAARRRRRLLLLL!!!”
Mi alzai di scatto (ero accovacciata nello stanzino lavanderia con i piedi a ventosa sul muro e la parte del busto dentro il cestello della lavatrice) e corsi nella direzione di quell’urlo sovrumano, convinta di trovarlo immerso in una pozza di vomito. Entrai in camera con gli occhi fuori dalle orbite ed urlai: “amooooore mioooooo stai male? ti ha fatto male il polpettonelaparmigianalelasagnelepatatinefritteilgelato?”.
Lui mi guardò perplesso e mi chiese se ero impazzita: stava benissimo come mi era venuto in mente che stesse vomitando?!
Ed aggiunse: “certo che sei strana forte! ti ho solo chiesto: quali asciugamani vuoi? quelle verdi?”.
Sgranai gli occhi. Allora, e ancora oggi, quest’uomo ha il potere di farmi venire seri dubbi circa il mio stato mentale.

In ogni caso, da quel giorno ho iniziato un corso di lingue orientali.
Vittoria Gangemi

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