La Vittoria di ogni giorno (i compitini)

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la_vittoria_di_ogni_giornoQuando la sottoscritta aveva 6 anni, le cose andavano più o meno così.

Io: “mamma la scuola mi fa schifo e non voglio fare i compiti”.

Mia madre, dopo avermi mollato 4 schiaffi ed avermi fatto baciare la Bibbia chiedendo scusa a Gesù per la mia impertinenza: “Adesso finisciti i compiti in 5 minuti e la prima cancellatura che vedo ti do il resto.”.

Dopo qualche mese iniziai a volare sui libri trovando sempre nuovi stratagemmi, come strappare pagine dei quaderni o cancellare i compiti sul diario, per il puro gusto di fregare mia madre e di farle credere che le obbedissi mentre in realtà vincevo la mia sfida contro il potere, contro la dittatura, contro l’oppressore.

Inutile dirvi che il drammatico giorno in cui se ne accorse si trasformò in una torcia e mi diede fuoco letteralmente.

Ma devo dire che, dopo 33 anni, ormai, l’ho superata.

Anche se questa sua prepotenza ha, a mio parere, influito non poco nel mio modo di affrontare la vita e questo espediente di far credere a tutti di fare ciò che vogliono per non essere disturbata è rimasto il mio marchio di fabbrica.

Inutile dirvi, pertanto, quanto abbia meditato affinché l’approccio della sottoscritta con la gestione dei compiti di mio figlio fosse, per lui, il meno traumatico possibile.

Ho provato a fargli vivere la scuola come un divertimento ed i compiti come un gioco.

Dai Fra! Vedrai quanto ci divertiamo oggi a fare due pagine di m. Pensa che bel gioco! Ti va?”, ma al secondo giorno mi ha guardata e mi ha detto “Mamma, se devo giocare preferisco i lego”.

Allora è scattata la tecnica volta all’incremento dell’interesse per la scuola.

Vedi quant’è bravo papà? Sai perché? Perché ha studiato tanto ed ha imparato tante cose interessanti. Adesso studi anche tu e diventi bravo come lui.”.

Ma neanche questo ha funzionato. Mi ha guardato e mi ha detto “Mamma ma tu mi dici sempre di fare il calciatore, dici che non vale la pena studiare una vita per avere una miseria di stipendio!”.

Rassegnata, il quarto giorno di scuola, gli ho detto “C’è poco da fare Frank, devi studiare, studiare è noioso e pesante ma si deve fare. Anche a me non piace lavorare ma ogni santa mattina mi alzo e vado al lavoro. Così devi fare tu amore. Devi fare i compiti che sono il tuo lavoro.”.

Mi ha guardata ed ha chiesto: “Mamma ma perché ci sono cose che si devono fare per forza? Non capisco…”.

Estenuata ho risposto: “Francesco studia e finisciti i compiti entro 5 minuti altrimenti ti ammazzo!” e poi mi sono chiusa a piangere il mio fallimento nel bagno.

Così, alla fine ho dato ragione a mia madre, anzi ho fatto anche di peggio.

Dopo qualche giorno di liti furibonde con il boss perché osavo tornare a casa alle 13 a far fare i compiti a mio figlio invece di litigare con qualche cliente pazzo al telefono e concludere il mio orario continuato come da accordi ma, soprattutto, dopo la prima settimana di b, n, p, g, c, f e compagnia bella da scrivere astampatellomaiuscoloastampatellominuscoloincorsivomaiscoloincorsivominuscoloacrudocollimonesenzagrassiaggiuntioliodipalmachefamalemasenzapolifosfati insomma, dopo tutto questo, ho deciso di lasciare Francesco al doposcuola.

Ahhhhh! Finalmente. Niente più corse per arrivare in tempo a prendere il bambino all’uscita della scuola ripetendomi nella mente le conclusioni della citazione da riprendere la mattina dopo in studio, niente più past’asciutte incollate, carni carbonizzate, bicchieri d’acqua versati ed urla annesse e connesse per preparare un pranzo in dieci minuti esatti a due bambini famelici.

Ma, soprattutto, niente più ore intere spese ad assumere la forma di una lettera per farla scrivere a Francesco. Niente più stratagemmi per fargli capire la forma di una E (un culetto di lato) o di una V (prova a fare un sopracciglio con un naso in mezzo e poi un altro sopracciglio) o di una R (pensa ad un signore con il pancione che cammina). Finalmente pace.

L’unico problema è rappresentato dalla chat impazzita delle mamme dei cuccioli della I A.

Tutte professioniste sull’orlo di una crisi di nervi come me che, però, non hanno avuto la mia stessa grande idea.

Così, mentre si occupano dello svolgimento dei compitini a casa con i loro bambini, si scambiano notizie inverosimili sugli stessi.

Ognuna con la propria personalità fornisce l’apporto decisivo per farmi impazzire. C’è la mamma sbadata “scusate non ho capito come devono svolgere l’esercizio a pag. 5” “ehm…devono ricopiare la A maiuscola” “ah…mi sembrava troppo semplice dopo tre giorni di scuola!!”; la mamma terrorizzata “odddiooooooo mio figlio ha portato tutti i libri di testo a casaaaaaa??? Devono finirli entro domani????” “Ehm… no, i libri vanno semplicemente foderati e riportati alla maestra”; la mamma ambiziosa: “Fiuuuuu… menomale, allora hanno solo da completare le pagine sul quaderno?” “SSSSi, una pagina, una sola.” “Gliene faccio fare 4 così si esercita il bambino” “ehm… ok fai tu! Magari fai anche imparare a memoria Marzo 1821 potrebbe essergli utile!”; la mamma secchia destinata ad avere figli che la fanno impazzire “io oggi ho parlato mezz’ora con la maestra per farmi spiegare la matematica (azz… avrà dettato qualche funzione algebrica da ripetere a casa! Mi assale l’ansia!) ma Giangiacomo si rifiuta di mettere in fila gli zeri intervallati da un puntino! L’ho messo in punizione, niente cibo per tre giorni! (ah…ok tuttosottocontrollo!!)” .

Stacco la chat. Niente ripensamenti. Sono convinta di ciò che ho fatto! Lasciando Fra al doposcuola ho preso la decisione giusta!!!

Del resto, adesso l’avvocato resta a pranzo allo studio per seguirmi come mia madre faceva ai tempi della scuola, la retta da pagare all’istituto è del tutto identica alla rata mensile di un mutuo trentennale, mia madre non mi parla, mio marito mi guarda con disgusto e io posso godermi mio figlio solo dalle 17 alle 20, tempo che utilizzo per fargli rifare le paginette di compitini lasciate incompiute, per fretta, scarsa comprensione o abbiocco post-prandiale al doposcuola.

Però grazie alla chat sono sempre un passo avanti su come svolgerli.

Vittoria Gangemi

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