Citofono di studio ore 8 e 30:
Io “chi è?”
Da sotto “Ninu!”
Io “ehm…. Scusi Nino chi?”
Nino “Ninu sugnu! l’abbocatu mi canusci”
Io “signor Nino, poiché io non sono l’avvocato, sarebbe così gentile da riferirmi il suo cognome? E da delucidarmi circa le sue esigenze?”
Nino “ma cu è lei?”
Mmmmmmmmmmhhhhh che faccio?
Riverso su questa persona le mie insoddisfazioni per la dieta senza risultati? Le recriminazioni contro il lavoro maledettissimo che svolgo? Tutto il sonno accumulato negli anni? Il patimento per aver dovuto lasciare i panni da stendere sul tavolo del salone dentro la bacinella? L’ansia per la conclusionale in scadenza da terminare entro le 9? La preoccupazione per le febbri dei miei figli? L’intolleranza per la pioggia incessante? Il mio odio per le zanzare? Il ribrezzo per le blatte? Il senso di ribellione conseguente all’ultima lite con mio marito? O, semplicemente, rido?
Rido “sono la figlia di Giorgio”
Nino “Giorgio? Giorgio cui?”
Io “Giorgio mè patri”
Nino “ah! Brava! E cchi ffai, mu iapri u purtuni?”
Mmmmmmmmhhhhhh che faccio? Glielo apro il portone? E poi la porta? E poi ascolto una conversazione incomprensibile in dialetto? Si deve separare? Vuole l’indennità di accompagnamento? Ha litigato col vicino? Ha comprato una casa con un coupon trovato su “topolino”? L’hanno iscritto al CRIF? Ha tamponato sua zia? Si è fatto sbranare dal cane del vicino?
No. Non gli apro. “mi scusi Nino ma non posso! Poi lei perché nonhapagatolafinanziariapicchiasuamogliehatamponatosuaziahacompratolacasahaapertolaportaaBobby? Perchèèèèèèèèè? ehmmm scusi! Sono la donna delle pulizie!”
Nino “avaia!!!! Iapri stu puttuni!!”
Immagino Nino. Sarà basso, tracagnotto, avrà la pelle abbronzata, forse gli mancheranno alcuni denti ma sarà felice del mio benvenuto e sorriderà noncurante, forse mi racconterà qualche problema ed io mi sentirò più serena per aver lasciato i panni da stendere sul tavolo del salone. Si Nino, le apro! Sarà la mia buona azione quotidiana!!
Io “EVVVABBBBENEEEEE NINUZZZO Tè CCCà!”.
Ho aperto.
Ore 8 e 45.
Nino non è ancora arrivato su al secondo piano.
Apro la porta, mi affaccio, mi sono affezionata a Nino, sono preoccupata. Urlo: NIIIIIIIIINNNNNNNNNOOOOO? Ma dove seiiiiii????
Niente nessuna risposta!
Mi attacco al citofono.
Nessuna risposta. Nino si è dileguato. Si è dato alla macchia in Aspromonte. Nino era un commerciante di armi, uno spacciatore, un malvivente, un assassino, un mafioso, un ricettatore. Avrà capito che in studio ci si occupa solo di civile.
Oddio e se Nino avesse accompagnato suo figlio dall’avvocato? Il padre un pover’uomo, il figlio? Un astrofisico? Un uomo d’affari? Magari un moro con i capelli lunghi ed il sorriso a 32 denti che ti ci puoi specchiare su? Se suo figlio avesse avuto bisogno di una consulenza per la sua multinazionale con filiali in tutto il mondo? Se avesse voluto assumermi? Oddio proprio oggi che ho su il tailleur nero che mi sfila un casino!!!!!
Signor Nino, mi ha rovinato una giornatina che era un bijoux! Mamannaiavà!
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