“Non aprite quella e-mail” sarebbe il caso di dire. È la truffa del momento, quella che negli ultimi giorni impazza sul web. Si estende a macchia d’olio, tanto che la Polizia Postale e delle Comunicazioni mette sull’attenti gli utenti.
Gli agenti, infatti, hanno registrato un significativo aumento dei casi di attacchi del tipo ransomware con cryptolocker o simili, ovvero malware con cui vengono infettati i computer. Questi “virus” criptano i dati delle vittime e richiedono un pagamento per la decrittazione con gravi danni ai pc e ai server di privati, aziende e professionisti.
Generalmente, vengono inviate delle e-mail, anche a indirizzi istituzionali, in cui si avvisano i destinatari di un rimborso a loro favore, a seguito di acquisti da loro effettuati e poi resi al venditore. L’e-mail contiene la documentazione contabile, per cui si chiede di scaricare il modulo in allegato. Quest’ultimo, una volta scaricato, installa un virus nel computer criptando tutti i file in esso contenuti. Viene poi chiesto di effettuare un pagamento in bitcoin, la moneta virtuale non tracciabile, per sbloccare il pc.
Innanzitutto, che cos’è un bitcoin e perché viene richiesta proprio questa valuta? Come detto prima, oltre a non essere tracciabile, il bitcoin sta vivendo in questo periodo, un successo senza precedenti. Il valore di ogni singola unità è arrivato a valere diverse migliaia di dollari da quando è stata riconosciuta come valuta ufficiale. Non sorprende dunque che le organizzazioni criminali nutrano così tanto interesse verso di essa.
La Polizia Postale, però, avvisa che «il pagamento non dà la certezza che i dati siano resi fruibili e il consiglio è di non cedere al ricatto». Pertanto, invita gli utenti a non aprire assolutamente gli allegati delle e-mail sospette e a cestinare immediatamente il loro contenuto prima che possa essere infettato l’intero sistema.
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