Erasmus plus, Messina ha accolto 40 studenti di 5 nazioni diverse

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Si è appena conclusa la settimana in Italia del progetto Erasmus plus e per l’esattezza a Messina nell’Istituto di Istruzione Superiore Verona Trento, diretto dal dirigente scolastico prof.ssa Simonetta Di Prima.

Il progetto nasce con lo scopo di sensibilizzare i ragazzi al riciclo, da qui il titolo “Recycling and artisticcreation”. Le scuole partecipanti sono 6, una per ognuna delle seguenti nazioni: Francia, Turchia, Polonia, Slovenia, Grecia, e naturalmente, Italia.

Il progetto è iniziato con l’incontro, in Slovenia, fra i professori di tutte le scuole; a rappresentare la nostra scuola cittadina, il professore Massimo Amara. Per gli studenti, invece, il progetto incomincia subito dopo, con attività propedeutiche alla partenza in Turchia.

Dopo la settimana in Turchia, un’altra settimana in Polonia, fredda ma calorosamente accogliente. Adesso è stata la volta dell’Italia.

L’intera settimana è stata organizzata nei minimi dettagli: gite, incontri e attività. Tutto frutto dell’impegno e dell’inventiva dei ragazzi, e ovviamente dei professori (oltre Massimo Amara, il professore Fabio Sciva, la professoressa Marialuisa Ascari e la professoressa Maria Vittoria Puliafito).

L’avventura è cominciata con l’arrivo dei ragazzi. Ventidue studenti stranieri accompagnati da sedici docenti e un dirigente scolastico. Altrettanti gli studenti messinesi.  Subito imbarazzo e tensione: per i ragazzi è stata la prima esperienza Erasmus da ospitanti. Un’incognita, se ci paragoniamo alle altre nazioni che, invece, sono abituate a partecipare a progetti di scambio culturale.

“Ma la vera sfida è stata questa: sentirsi all’altezza di mostrare la propria Terra, bella, così com’è, e nonostante le paure, le incertezze e il disorientamento, riuscire ad essere noi stessi”. Queste le parole dello studente Andrea Denaro, che , intervistato, continua così:”Eravamo tutti ben curiosi di conoscere i ragazzi, ma allo stesso tempo, consapevoli che questi saluti formali non avrebbero scacciato imbarazzo o timore. Bisognava fare altro, condividere e socializzare. Lo scopo del progetto è anche questo: vincere le paure e la timidezza”.

Lunedì mattina ci sono stati i saluti e le presentazioni dei lavori artistici, prodotti con materiale riciclato,  realizzati dai team ospitati dagli alunni del Verona Trento: chitarre, lampade, impermeabili e molti altri oggetti creativi. Il team messinese, con l’aiuto dell’architetto Amelia Lamberto, ha realizzato delle opere in legno che ricordano, nelle forme e nei colori, il nostro paesaggio marino e simboleggiano, quindi, il nostro interesse per la salvaguardia dell’ambiente.

Nel pomeriggio dello stesso lunedì c’è stata una breve visita della città, durante la quale i ragazzi, coordinati dalla professoressa Emanuela Mangano, hanno svolto il ruolo di “cicerone”, presentando i principali luoghi di interesse del centro storico.

Una visita alla nostra cattedrale non poteva certamente essere esclusa dai piani. E così, il giorno dopo, il professore Giorgio Infantino, docente di religione dell’Istituto, ha organizzato un breve tour all’interno del Duomo, con la visita del museo e del campanile. A seguire, un emozionante concerto di organo. Terminati il ruggito del leone e il canto del gallo, tutti a scuola per cominciare il laboratorio teatrale con l’attrice Gabriella Cacia.

L’attività di mercoledì prevedeva un incontro alla Lega Navale durante il quale l’ingegnere Natale Cucè, dirigente tecnico di Messina Ambiente, e la professoressa Giovanna D’Andrea hanno illustrato la situazione della nostra città rispetto alle tematiche ambientali. All’interno dell’area attrezzata, tutte le squadre, composte dai ragazzi delle varie nazionalità, hanno costruito la propria zattera, nota anche come plastiki,utilizzando bottiglie di plastica e assi di legno. Al termine della realizzazione delle zattere, l’attività prevedeva che due ragazzi per squadra salissero sulle imbarcazioni con la speranza di non affondare;  nonostante le zattere galleggiassero perfettamente, nessuno ne è uscito asciutto.

Giovedì è stato il giorno più faticoso: trekking sull’Etna e visita della città di Taormina. Sull’Etna una forte variazione di temperatura ha investito tutti, tranne i polacchi che si sentivano a casa. Ma arrivati a circa 2100 metri, il panorama ed il paesaggio erano semplicemente favolosi.

A Taormina hanno potuto assaggiare la famosa pizza italiana.

Dopo la visita al teatro greco – romano, tempo libero per girare tra i vicoli del Corso.

Ultimo giorno, venerdì. I gruppi che hanno svolto le attività teatrali si sono cimentati in dei brevi sketch. Non è stato necessario parlare: il linguaggio del corpo, quello degli occhi e del viso erano più che sufficienti. Così  i ragazzi hanno acquisito la consapevolezza che la lingua è solo un mezzo, ma non l’unico.

Cerimonie per gli attestati, foto, saluti  finali stavolta. Ogni secondo che passava era un secondo in meno. Qualcuno ha anche pianto. Non è detto che tutti continueranno a sentirsi e a cercarsi, ma sicuramente un’esperienza così lascia qualcosa nel cuore di ogni studente e di ogni insegnante.

La scuola adesso sembra più vuota, come le case dove gli studenti stranieri erano ospitati. Ogni cosa è tornata alla normalità, la tristezza per il distacco lascia lentamente il posto alla gioia dell’esperienza vissuta.

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