Ha scelto di fare chiarezza con una conferenza stampa il consigliere comunale Donatella Sindoni, dichiarata ineleggibile dall’ufficio legale della Regione secondo un parere espresso lo scorso 1 luglio. L’esponente di Grande Sud ha affidato al legale Antonio Catalioto il compito di fare chiarezza, carte alla mano, su una questione giudicata puramente strumentale.
La vicenda trae origine dalla lettera presentata dall’ex consigliere comunale Pd Giovanni Cocivera che, citando una legge regionale del 1992, aveva invitato il segretario generale del Comune Antonio Le Donne ad accertare eventuali ipotesi di ineleggibilità vista la carica di rappresentante legale di un laboratorio d’analisi ricoperta dalla stessa Sindoni al momento dell’elezione. Cocivera probabilmente aveva tratto spunto dall’intervista che un giornalista, Michele Schinella, aveva fatto a Donatella Sindoni: lì, Schinella aveva sollevato il caso, riportando la norma della legge regionale 31 del 1986 (articolo 9), che stabilisce “l’ineleggibilità del rappresentate legale della struttura convenzionata con l’Asp” .
E l’avvocato Antonio Catalioto tira in ballo proprio la normativa, giudicandola inapplicabile. “Già lo scorso anno – ha spiegato – avevo informato il segretario generale Antonio Le Donne che la norma del 1986 è ormai inefficace, così come testimoniato da due circolari dell’assessorato regionale redatte nel 2008 e nel 2014. Trent’anni fa le Usl erano gestite da assemblee formate da consiglieri comunali e giustamente vigeva il principio di ineleggibilità per un componente del civico consesso, visto il chiaro conflitto di interesse. Nel 1992 però, con la riforma del sistema sanitario regionale, sono nate le Asp controllate dalla Regione. I principi a cui la norma originaria fa riferimento non esistono più”.
A questo punto Catalioto punta il dito contro Le Donne. “Mi sorprende che il segretario generale non sia a conoscenza della normativa e che continui a ignorare le due circolari dell’assessorato che di fatto escludono l’ineleggibilità. Le Donne ha preferito entrare a gamba tesa richiedendo un parere all’ufficio legale della Regione per rispondere a Giovanni Cocivera. Inoltre, lo stesso ufficio legale ha più volte invitato l’Ars a dichiarare inapplicabile quei casi di ineleggibilità smentiti dai successivi provvedimenti. In alcune occasioni si verificano forzature come se qualcuno agisse in malafede”.
La palla adesso passerà al Consiglio comunale. E non a caso alla conferenza stampa di questa mattina erano presenti diversi componenti dell’Aula oltre al presidente Emilia Barrile. Donatella Sindoni, intanto, propone una chiave di lettura squisitamente politica. “Il mio lavoro avrà dato fastidio a qualcuno – ha precisato – Le Donne si è finora basato soltanto di un parere proveniente da un ufficio legale, informandosi già su chi dovrà eventualmente prendere il mio posto. Qualcuno mi considera già decaduta, ma io andrò avanti con la mia attività fino in fondo”.
Andrea Castorina
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