“La nostra non è una battaglia politica in favore di qualcuno, ma vogliamo che prevalga il principio di legalità e di rispetto di una norma che per noi è chiara”. Così l’esponente del Partito Democratico, Alessandro Russo, a pochi giorni dall’udienza per il caso dell’ineleggibilità del consigliere comunale di Grande Sud, Donatella Sindoni, che si terrà venerdì 2 dicembre. Lo scorso mese di ottobre, oltre allo stesso Russo, presentarono ricorso anche Giuseppe Siracusano, Francesco Barbalace, Gioacchino Silvestro, Massimo Parisi, Giovanni Marino e Maria Trimarchi, tutti ex compagni di partito della Sindoni ai tempi del Pd: intanto Sindoni nel frattempo ha aderito a Grande Sud.
Una situazione ingarbugliata, quella della ineleggibilità di Donatella Sindoni, scattata nel giugno del 2015, con il ricorso presentato da Giovanni Cocivera, all’epoca primo dei non eletti nella lista del Partito Democratico, che reputava illegittima l’elezione della Sindoni, per via della legge regionale numero 31 dell’86 che vietava l’elezione dei “legali rappresentanti ed i dirigenti delle strutture convenzionate con l’Usl (unità sanitaria locale)”. Da allora, per le note vicende giudiziarie che hanno riguardato Cocivera, il primo dei non eletti del Pd è diventato proprio Siracusano, ma dopo un anno di silenzi e rinvii, la questione è approdata definitivamente in consiglio comunale il 2 agosto scorso.
Il civico consesso ha bocciato la delibera contenente la richiesta di surroga avanzata dal segretario generale Antonio Le Donne, così la vicenda non sarà più di competenza politica ma giudiziaria. La difesa della Sindoni, rappresentata dall’avvocato Antonio Catalioto, si è sempre basata sul fatto che la norma risalga a trent’anni fa, ma il sistema sanitario nel frattempo è cambiato ed è diventato di competenza regionale. Venerdì 2 dicembre ci sarà la prima udienza.
Alessandro Russo ribadisce le ragioni che hanno portato al ricorso elettorale presentato ad ottobre scorso: “Non è un ricorso politico, questo è evidente, perché il Partito Democratico guadagnerebbe un solo consigliere restando sempre in netta minoranza, ma crediamo che quella norma vada rispettata. Ci rendiamo conto che i tempi potranno essere lunghi e che la Sindoni potrebbe finire il proprio mandato, ma vogliamo che prevalga comunque la legalità all’interno del consiglio comunale, direi che siamo davanti ad un atto dovuto”.
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