Renato Schifani rischiava di partire con una coalizione in crisi in Sicilia. A rivelarlo è lo stesso Presidente della Regione in un’intervista durante la trasmissione Timeline di Sky TG24. «C’è stato – ha detto Schifani – un momento nel quale si è rischiato che le contrapposizioni romane tra FI e FdI venissero ereditate in Sicilia, ma io ho fatto muro». Mentre infatti il centrodestra a Roma eleggeva i presidenti delle Camere mostrando poca compattezza al Senato, anche in Sicilia i rapporti tra Fratelli d’Italia e Forza Italia si stavano incrinando, con la Lega sullo sfondo a guardare.
«Mi sento – afferma l’ex presidente del Senato – il garante dell’unità del centrodestra, dopo un periodo di lacerazioni della coalizione, e in questo ho trovato sintonia da parte del gruppo di Forza Italia. In Sicilia ci sono tanti problemi, non si può consentire la litigiosità. Anche Miccichè in quel vertice ha riconosciuto che non è il momento del litigio ma del confronto per il bene della Sicilia». E in effetti il nome di Schifani, scelto ad agosto scorso dal centrodestra, aveva messo d’accordo tutte le anime di una coalizione divisa tra la rielezione di Musumeci (finito al Senato) e la candidatura di Stefania Prestigiacomo, sulla quale ha prevalso il veto di Giorgia Meloni.
«Berlusconi – continua il neoeletto Presidente della Regione – non è una persona che ama litigare. Conoscendolo, credo, ma è una mia interpretazione personale, che quel biglietto fosse probabilmente la sintesi di un dibattito al quale aveva preso parte». Il riferimento è ai fogli che il Cav ha mostrato ai fotografi durante la seduta del Senato e sui quali erano scritti gli aggettivi “prepotente”, “supponente”, “arrogante” e “offensivo” in merito al comportamento della leader di Fratelli d’Italia. Una quasi rottura, quella tra FI e FdI, che parrebbe essere rientrata anche in Sicilia grazie a Schifani, mentre iniziano le consultazioni tra i gruppi parlamentari e il Capo dello Stato.
«Tante volte, durante le nostre colazioni di lavoro, si discuteva e lui amava annotare alcune nostre considerazioni. Non credo – conclude Schifani – che fosse la sintesi personale di un suo sfogo, non avrebbe senso. In Silvio Berlusconi c’è il dna di tenere unito il centrodestra, che considera una sua creatura».
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