Scontro tra “democrazie cristiane”: la candidatura all’ARS di Salvatore Merlino ha generato non poche polemiche in Sicilia. Perché? Perché sono due i partiti che rivendicano il nome di Democrazia Cristiana – partito con cui si è candidato l’ex assessore e consigliere comunale. Non è tardata, infatti, la replica di Franco De Simoni, segretario politico nazionale della Democrazia cristiana “storica”: «L’unica Democrazia che può fregiarsi del simbolo e del nome è la Democrazia Cristiana Storica».
Mentre lo scorso venerdì Salvatore Merlino si è presentato alla città di Messina come candidato della Democrazia Cristiana facente capo in Sicilia a Totò Cuffaro, dalle file dell’altra Democrazia Cristiana si alza la protesta. A parlare sono Franco De Simoni, leader della Democrazia Cristiana storica, Raffaele Cerenza, segretario amministrativo, e Sabina Scaravaggi, portavoce nazionale e coordinatrice della Regione Siciliana della DC.
«Ancora un volta i siciliani vengono presi in giro. Non permettiamo a nessuno di infangare il nome e il simbolo della gloriosa Democrazia Cristiana storica da una simulazione del nome» così interviene duramente Sabina Scaravaggi. Che ricorda: « la sentenza N° 25999 del 2010 della Suprema Corte di Cassazione Civile a Sezione Riunite che riconosce solo agli iscritti del 1993, ultimo tesseramento valido l’uso del logo e della dicitura Democrazia Cristiana Storica, l’unica Democrazia che può fregiarsi del simbolo e del nome è la Democrazia Cristiana Storica di De Simoni, segretario politico e Raffaele Cerenza, Segretario amministrativo nazionale, ricordiamo che abbiamo presentato la diffida a Cuffaro in occasione della inaugurazione della sede messinese».
«La Dc siamo noi – prosegue De Simoni –, nessuno si senta segretario o Commissario né proprietario del simbolo o del nome». Mentre conclude con un frase di Aldo Moro, Raffaele Cerenza: «Quando si dice la verità non bisogna sdolersi di averla detta. La verità è sempre illuminante. Ci aiuta ad essere coraggiosi».
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