La questione è stata sollevata dal deputato regionale del Pd, Franco Rinaldi. Quest’ultimo ha scritto al presidente della Regione, Rosario Crocetta, per avere delucidazioni in merito alla partecipazione del commissario della Provincia Regionale di Messina, Filippo Romano, a Venezia, per la consegna del Premio Cariddi all’attrice Ambra Angiolini. Rinaldi ha chiesto di conoscere «se le spese sostenute dal Commissario Straordinario del Libero Consorzio comunale di Messina per partecipare all’evento veneziano del premio Cariddi siano state sostenute dalle casse provinciali e, in caso, conoscere gli importi».
Inoltre, il Deputato Pd ha domandato chiarimenti riguardo alla proposta di creazione «con l’atto d’indirizzo del 24 ottobre, di un punto di somministrazione di alimenti e bevande nella Loggia dell’arte di Piazza Antonello».
A Rinaldi risponde il diretto interessato, il commissario della Provincia regionale di Messina, Filippo Romano: «Esprimo dispiacere – dichiara il Commissario – per non essere stato contatto personalmente dal firmatario dell’interrogazione perché, come sempre, avrei messo a disposizione del rappresentante politico, come di tutti i cittadini, ogni dato è ogni informazione. Del resto la ricchezza del sito Internet della Provincia testimonia della più ampia trasparenza da me fortemente voluta in quanto obbligo non solo legale ma anche e soprattutto etico. Tanto è vero che tutte le circostanze ora contestate sono note da mesi sempre tramite il sito. Singolare che le si scopra in questo delicato momento di transizione, con la Provincia senza un legale rappresentante».
E sulla questione della Loggia dell’Arte, Romano precisa: «L’ho fatta ripulire dalle scritte che la deturpavano e l’ho fatta dotare di videocamere di sorveglianza. Essendo al centro della cosiddetta “movida” serale, viene quotidianamente trovata in pessime condizioni (bottiglie abbandonate, rifiuti). Una gara esplorativa fra operatori di livello – non è “un pub” – sarebbe comunque soggetta alle autorizzazioni e ai controlli della Sovrintendenza. Avviene negli edifici monumentali di tutte le più importanti città europee, ma anche nella Prefettura di Catania, senza andare lontano, che è di proprietà provinciale».
Rinaldi, nell’interrogazione presentata a Crocetta scriveva: «In un momento delicato di transizione e così critico per le casse pubbliche, appare decisamente inopportuna la partecipazione e l’eventuale spesa di danaro pubblico per sostenere iniziative artistiche e culturali in nome di Taormina Arte, considerato il grave stato di disagio economico che attraversa l’associazione taorminese, con i propri dipendenti senza stipendio ed incerti per il proprio avvenire oramai da diversi mesi».
A tale affermazione, Romano risponde: «La Provincia, ora denominata Libero Consorzio, non hai mai perso le sue funzioni in tutte le competenze attribuitele dalla legge. Come Commissario ho il dovere al contempo di assicurare lo svolgimento delle funzioni e dei servizi di competenza (strade, scuole, promozione turistica, ecc.). La partecipazione della Provincia unitamente ai comuni di Taormina e Messina alla “Mostra del Cinema di Venezia” (certo non a spese del Comitato di TaorninaArte, in gravissime difficoltà finanziarie) è stata fondamentale nel tentativo di salvare il prossimo Filmfest, che se si farà sarà a totale carico degli sponsor privati. Ecco perché era necessario tenere i contatti tramite il premio Cariddi, visto che il Comitato non può che pagare, e a stento, gli stipendi ai dipendenti».
«Fra l’altro – prosegue Romano –, grazie alla presenza della Provincia, la prossima edizione del TaoFilmfest tornerà a fregiarsi del titolo storico di “Rassegna cinematografica di Messina e Taormina”».
E sulle spese di rappresentanza del Libero Consorzio comunale di Messina, in merito alle quali Rinaldi scriveva che «rispetto alla gestione politica della coincidente Provincia regionale sino al 2013, sembrerebbero essere lievitate e addirittura quasi triplicate, passando da un totale di 35mila euro del 2012, ai 102mila e 500 euro previsti nel Peg 2014», Romano evidenzia: «Sono in realtà state abbattute dai precedenti 5.000 euro agli attuali 2.500 euro annue (il minimo per eventuali visite di autorità); sono state invece aumentate, e correttamente, le spese per acquisto di beni e per i fini istituzionali dell’Ente, che non sono assolutamente spese di rappresentanza. Un esempio? L’acquisto del palco per il Monte di Pietà per circa 7.000 euro, che prima veniva affittato per una cifra annua di poco inferiore».
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