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Riforma Autorità Portuale, Acli e Provvidenti: “Amministrazione autolesionista”

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Mentre il Sindaco continua ad appoggiare la fusione con Gioia Tauro, in merito al riassetto delle Autorità portuali, crescono i pareri contrari su una scelta che nei giorni scorsi il consigliere Carlo Cantali aveva definito dannosa per la città. L’esponente di Felice per Messina aveva, infatti, suggerito di creare un sistema portuale dello Stretto, facendo rete con Reggio Calabria e Villa S.Giovanni.

La tesi di Cantali è avvalorata anche dall’ex sindaco Franco Provvidenti e dal presidente Acli di Messina Antonio Gallo, autori di una nota stampa. “E’ necessario ricordare – spiegano i due firmatari –  che l’Autorità Portuale è l’unico ente messinese che dispone di consistenti risorse che sarebbero colpevolmente disperse sia con l’accorpamento disomogeneo con Gioia Tauro, porto in difficoltà a causa della sua marginalizzazione rispetto alla rete ferroviaria e con la Regione Calabria che preferirebbe il collegamento con Corigliano e Crotone, sia con l’accorpamento con Catania, realtà socioeconomica altrettanto disomogenea rispetto all’area dello Stretto. L’unica scelta sensata é ragionare sull’area integrata dello Stretto, considerata tutta l’assurdità dell’ipotesi che porti vicini ed omogenei, come quello di Messina, Reggio Calabria, Villa San Giovanni e Milazzo tutti con proiezioni turistiche e territoriali uniche e di grande prospettiva siano gestiti, attraverso l’accorpamento, da Autorità Portuali site in territori con interessi assolutamente diversi, che inevitabilmente utilizzerebbero parte delle risorse messinesi ad altri fini”.

“È compito dello Stato e non dell’Autorità Portuale risolvere i due grandi problemi – sottolineano Provvidenti e Gallo – che oggi rischiano di condizionare il porto di Gioia Tauro: oltre alla già citata difficoltà relativa ai collegamenti ferroviari bisogna rilevare anche il rischio di un condizionamento stringente e preoccupante della criminalità organizzata nella gestione del porto. Soltanto tramite la soluzione di questi due problemi, ad avviso degli scriventi, Gioia Tauro potrà essere integrata nella gestione dei porti insieme all’area dello Stretto. L’ovvietà di tali considerazioni si scontra con l’insipienza pressoché generalizzata della classe politica e soprattutto con quella dell’amministrazione comunale che non riesce ad essere interlocutore credibile, né istituzionalmente, né purtroppo  politicamente, dimostrando inconsapevolmente  di  voler relegare la città di Messina a ruoli marginali rispetto ad altri capoluoghi”.

“L’ultima proposta dell’amministrazione – conclude la nota – scaturita dal documento congiunto con i sindaci di Reggio Calabria e Villa San Giovanni, ai sottoscritti firmatari appare gravemente ed inconsapevolmente autolesionista, in quanto comporterebbe la perdita di buona parte delle risorse messinesi a favore di Gioia Tauro. Piuttosto che intervenire  in modo tardivo, sarebbe stato utile e necessario aprire un dibattito in Consiglio Comunale e nella Città ascoltando anche Associazioni, Ordini Professionali, Sindacati, affinché la città, anche bypassando un’Amministrazione in pesante ritardo su questo tema, possa rivolgersi in proprio a tutte le sedi politiche ed istituzionali”.

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