Quindici donne su 40 candidati totali in lista (l’assessore regionale Valenti ha già ufficializzato il numero esatto per Messina), possibilità di votare un uomo e una donna sempre nella stessa lista (ma anche solo un uomo o solo una donna), non più effetto “trascinamento” tra candidato sindaco e consiglieri. Sono gli aspetti più importanti della nuova legge elettorale per le comunali che il presidente dell’Ars, il messinese Giovanni Ardizzone, con l’assessore regionale alle Autonomie Locali, Patrizia Valenti, e alla deputata Alice Anselmo, relatrice del testo, hanno presentato questa mattina nel Salone delle Bandiere di Palazzo Zanca. Salone che è sembrato, per una parte, una convention dell’Udc vista la presenza del deputato Gianpiero D’Alia e di tanti esponenti del partito. E sul fronte opposto l’ascolto di tanti candidati e rappresentanti di liste e partiti impegnati alle comunali di 9 e 10 giugno ma di un altro colore politico. “E’ una legge che ci pone all’avanguardia insieme a Puglia e Campania – ha dichiarato ai cronisti Ardizzone – una legge che favorirà il ricambio della classe dirigente, sono emozionato di presentarla a Messina”. L’assessore Valenti e il deputato Anselmo, alle domande dei giornalisti, hanno difeso la nuova normativa anche se restano molti dubbi (come la possibilità di “controllo” del voto in un asse uomo-donna e il riscontro avuto dalle “parlamentarie” messinesi del Pd che hanno premiato Maria Tindara Gullo dietro a Francantonio Genovese). “Non parlo di altri partiti – ha risposto Ardizzone – e di altre elezioni come le primarie del partito democratico”. Da sottolineare che alle elezioni di 9 e 10 giugno chi voterà un candidato al consiglio, o due della stessa lista ma uomo e donna e non due uomini o due donne, dovrà anche confermare il voto al candidato sindaco collegato oppure sostenuto da altre liste. E lo stesso metodo varrà anche per l’elezione del presidente di Quartiere collegato alle liste e ai candidati circoscrizionali. @Acaffo
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