Per Barbalace (LabDem) la Sicilia rischia di perdere miliardi di fondi strutturali

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Francesco Barbalace, coordinatore regionale LabDem, pone l’interrogativo sul mancato utilizzo dei fondi strutturali da parte del governo regionale. A detta di Barbalace, le risorse, stanziate dall’Unione Europea per migliorare la rete infrastrutturale di un territorio, ammontano a 6,8 miliardi di euro, divisi tra i 2,1 miliardi di Fondo Sociale Europeo e 6,5 miliardi del Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale . In dettaglio, il Fse finanzia le infrastrutture immateriali (formazione, istruzione e ricerca), il FESR invece le infrastrutture materiali (strade, scuole, laboratori, porti e ferrovie). La cifra complessiva rientra nel ciclo di programmazione 2007-2013 a disposizione della Regione insieme alle altre risorse comunitarie (2,1 miliardi per il Piano di Sviluppo Rurale) e nazionali (ex FAS, ora Fondi di Sviluppo e Coesione).  Barbalace rivolge prima di tutto l’attenzione sui 2.1 miliardi previsti dal Fondo Sociale Europeo. Nel 2012, nell’analisi di Barbalace, per evitare di perdere le risorse non impegnate, la Regione ha defalcato dall’intera cifra 452 milioni, reinvestiti in seguito nel Piano di Azione e Coesione. Nel 2014 per le stesse ragioni, il Fse Sicilia effettua una seconda riprogrammazione, spostando sul Pac altri 242 milioni di euro. In sostanza, all’insediamento del governo Crocetta, degli iniziali 2,1 miliardi di euro,ne rimangono nel FSE  soltanto 1,39 da impiegare e certificare entro il 31 dicembre 2015.

Tuttavia, secondo il rappresentante di Laboratorio Democratico, il rischio di vanificare ulteriori fondi è dietro l’angolo. “A marzo di quest’anno – spiega –  rimanevano da certificare ancora 389 milioni di euro del Fse 2007-2013. Considerato che in 6 anni e mezzo si è  riusciti a certificare solo 1 miliardo di euro- sottolinea – sembra arduo riuscire a certificare un altro 40% in 6 mesi. Pertanto il rischio serio è di perdere risorse fondamentali in questa drammatica fase economica, che potevano essere utilizzate per scuole, università e centri di ricerca siciliani, evitando l’emigrazione forzata di laureati e ricercatori”.

“In sostanza,  – continua Barbalace – la Regione  ha perso 178 milioni di Fse. Altri 622 milioni, per le stesse ragioni, sono le risorse che il governo nazionale si prenderà dal Fesr. Si è riusciti nell’impresa di restituire poco più di 800 milioni di euro allo Stato per non avergli impegnati. Una cifra che  il governo nazionale impiegherà per sgravi contributivi nel centro-nord”. Secondo Barbalace, la responsabilità va attribuita al governo instabile che ha contraddistinto la nostra regione. “Si sono succeduti tre governi in due anni e con un vorticoso cambio di assessori, ciò si unisce  alla scarsa attenzione nell’uso dei fondi strutturali, sempre più indispensabili per lo sviluppo, soprattutto nella prospettiva di riduzione continua di trasferimento di risorse ordinarie da parte del governo nazionale alle regioni”.

Per il coordinatore LabDem c’è ancora la possibilità di salvarsi in corner.  “Vi sono ancora margini ristretti per non perdere tali risorse – precisa Barbalace – tramite l’uso dei cosiddetti “progetti retrospettivi che permettono di certificare nel Fse progetti già realizzati con fondi nazionali. Ma per riuscire in questa operazione complessa, che potrebbe liberare risorse per comuni, università e centri di ricerca, serve innanzitutto la volontà politica, costruendo un gruppo di lavoro apposito che si occupi esclusivamente della chiusura del programma Fse 2007-2013 e della spesa e certificazione di questi 389 milioni di euro”.

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