«Se l’obiettivo principale doveva essere quello di liberare le vie cittadine dai Tir, anche con l’ultimo provvedimento esso risulta malamente e confusamente perseguito», si esprime così Daniela Faranda che considera l’ultima ordinanza, n. 159 del 25 agosto, «adottata a discapito della nostra comunità». Una comunità che — scrive in una nota — «non ritengo possa accettare passivamente una decisione del genere, per i suoi gravi effetti negativi su un tessuto economico già duramente provato dalla lunga crisi economica e di per sé poco competitivo, che avrebbe bisogno di ben altri stimoli e incentivi».
«Il Sindaco — prosegue la nota — ha compiuto l’ennesimo inutile atto che vede protagonista negativo non più solo l’impresa privata di traghettamento, a cui sembra apparentemente rivolto il provvedimento, ma l’intera comunità ormai vittima di uno scontro ideologico dai toni inusitati di cui si farebbe ormai volentieri a meno».
La decisione del Tar — scrive ancora Faranda — aveva acclarato, seppur in via provvisoria, la illegittimità della precedente ordinanza anti-tir che, peraltro, è sembrata inutile visto che la città è comunque rimasta invasa dai mezzi pesanti che hanno continuato a sbarcare a Rada S. Francesco e che pochi giorni dopo sarebbero stati resi pienamente operativi gli approdi di Tremestieri, con conseguente evidente alleggerimento del traffico pesante sulle vie cittadine proveniente proprio dalla Rada San Francesco».
Ma — secondo la consigliera — la riproposizione «in forma più articolata, ma molto confusa sull’attraversamento per i mezzi pesanti provenienti dal o diretti al molo Norimberga, appare a questo punto frutto più di una presa di posizione ideologica che di un reale interesse alla sicurezza e ciò ancor di più perché ha riflessi negativi pure su quella parte di cittadinanza che di tale sicurezza dovrebbe esserne diretta fruitrice».
Faranda interviene anche in merito al divieto dei commercianti di aprire prima delle 17.00 per questioni di sicurezza: «Il rimedio — sottolinea — sembra peggiore del male dove si consideri che con la medesima ordinanza vengono imposti gli orari di apertura pomeridiana degli esercizi commerciali di Via La Farina e ciò in barba alle più elementari regole di buon senso sulla libertà di impresa, sulla libera circolazione delle merci, sull’aumento della competitività anche con la liberalizzazione degli orari di apertura degli esercizi; tutto questo in un territorio economicamente asfittico, che di certo non aspettava pure i paletti sugli orari imposti da questa Amministrazione».
«A fronte di un Governo nazionale — conclude —che sta tentando di tutto per evitare lo spettro della deflazione, per aumentare la crescita e lo sviluppo economico delle nostre imprese, troviamo un’Amministrazione locale impegnata solo a disciplinare il traffico dei mezzi con l’adozione di regole e strumenti tesi unicamente ad ostacolare lo sviluppo ed ingessare le residue poche imprese ed esercizi commerciali ricadenti nelle zone interessate. Ma di tutto questo il Sindaco e la Giunta hanno consapevolezza? È questo lo sviluppo che si vuole per la città?».
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