Il comitato No.Proroga.Rettori scrive al Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca perché intende andare fino in fondo e far chiarezza sulla situazione in cui versa l’Ateneo Messinese, i cui «organi di governo ― dicono ― sono presieduti da un Rettore che ha già espletato due mandati, l’ultimo dei quali è scaduto a fine ottobre 2011. Il Rettore ha usufruito di ben due proroghe: una per l’anno accademico 2011/2012 e una per l’anno accademico 2012/2013 grazie Negli organi accademici dell’Ateneo messinese continuano a sedere Presidi il cui mandato, mai prorogato, è scaduto il 31 ottobre 2011, e allo stesso modo i consiglieri d’amministrazione, il cui mandato è scaduto nel 2010, pur in assenza di proroghe, continuano a ricoprire detto incarico». Rimangono, dunque, i dubbi sulla legittimità delle proroghe delle cariche accademiche nell’Ateneo messinese. Il 20 ottobre poi il Senato accademico ha istituito una Fondazione avente come unico fondatore l’Università, e nella seduta del 23 ottobre il Consiglio di amministrazione ha deliberato sul punto all’ordine del giorno “Trasferimento risorse costituenda Fondazione Università”. Lo statuto della Fondazione Università è stato in seguito autorizzato dal Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, dopo un controllo di legittimità e di merito. «Questo, a parere degli interroganti, risulta però incongruente ― insistono Giambrone, Pardi e Belisario ― rispetto allo spirito del regolamento. In particolare l’art. 2 dello statuto affida alla Fondazione la realizzazione di attività non solo strumentali e di supporto, ma anche di ricerca. Secondo quanto sancito dall’art. 59 della legge 23 dicembre 2000, n. 388, le fondazioni devono agire nell’osservanza del criterio della strumentalità rispetto alle funzioni istituzionali, che rimangono comunque riservate all’Università. Lo stesso art. 2 dello statuto attribuisce al Consiglio di amministrazione della Fondazione ― continuano ― il compito di individuare settori di ricerca e progetti strategici da assegnare alla Fondazione. È parere degli interroganti che questo tipo di competenze possa configurare da parte della Fondazione attività sostitutive rispetto a quelle svolte dall’Università e dai suoi Dipartimenti; secondo quanto previsto dall’art. 3 dello statuto la Fondazione si propone di promuovere, organizzare e gestire strutture, progetti, eventi e ricerche anche interdisciplinari, attività formative comprese, istituire premi e borse di studio, svolgere attività di consulenza e formazione a favore di enti pubblici e privati. A giudizio degli interroganti l’organizzazione e la gestione di strutture rappresentano attività non meramente strumentali, quanto piuttosto sostitutive, mentre la ricerca, la consulenza e la formazione a favore di enti pubblici e privati sono indiscutibilmente riconducibili alla categoria di attività istituzionali proprie dei Dipartimenti; sempre all’art. 3 dello statuto ― evidenziano Giambrone, Pardi e Belisario ― è possibile individuare quali attività accessorie della Fondazione qualsiasi operazione, mobiliare, immobiliare, nonché l’acquisto o la vendita in qualsiasi forma di brevetti, licenze e procedimenti di fabbricazione, operazioni di amministrazione di beni volte alla migliore gestione ed amministrazione del patrimonio. È inoltre previsto che la Fondazione possa assumere, sia direttamente che indirettamente, interessenze e partecipazioni in altre fondazioni, società o imprese italiane ed estere aventi oggetto analogo, affine o connesso al proprio; come fondatore unico della Fondazione comparirebbe infine la sola Università di Messina. È dunque lecito chiedersi ― concludono ― con quali risorse, se non quelle dell’Università stessa, possa essere costituito il patrimonio della Fondazione, si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo non ritenga opportuno rivedere il parere favorevole formulato nei confronti della Fondazione».
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