Denuncia l’indifferenza della politica, l’incapacità dell’amministrazione comunale e la malafede del governo regionale l’Unione Inquilini che, questa mattina nel corso di una conferenza nella sala Ovale di palazzo Zanca, ha svelato l’ennesima truffa ai danni dei morosi incolpevoli.
I nuovi poveri, famiglie con bambini, anziani, persone diversamente abili che, a causa della crisi economica e di una brusca riduzione del reddito, non sono più in grado di poter sostenere i canoni di affitto.
Una situazione che avrebbe dovuto essere sanata, attraverso l’emanazione di un bando che introduceva requisiti di accesso e di ripartizione di fondi, messi nella disponibilità delle Regioni dal governo centrale.
Un contributo economico pari a 8mila euro che, in sede regionale, è stato stravolto e snaturato: “Il bando per morosità incolpevole non altro che è una truffa – ha apostrofato Antonio Currò dell’Unione Inquilini – un sabotaggio consapevole sulla pelle di famiglie che, in un momento di grave crisi economica, rischiano di finire in mezzo alla strada. Un decreto nazionale che è stato violato, manipolato e svuotato, in sede di recepimento regionale, dei suoi contenuti originari. Il testo, infatti – ha spiegato il rappresentate del sindacato – prevedeva la stipula di nuovi contratti a canone concordato, attraverso lo stanziamento di 8mila euro. Una cifra grazie alla quale sarebbe stato possibile coprire le mensilità degli incolpevoli per un periodo di circa 3 anni. L’importo però, a Palermo è stato più che dimezzato: da 8mila e 3mila euro”.
Oltre al danno, anche in questo caso, arriva puntuale anche la beffa: “Una circolare regionale dello scorso 11 maggio – ha proseguito Currò – ha arbitrariamente ulteriormente limitato la concessione del contributo solo agli sfratti esecutivi maturati entro il 2013: cioè a persone e famiglie che hanno già dovuto lasciare la propria abitazione”.
Responsabilità che ricadono anche sul Comune di Messina:“Sulla morosità incolpevole questa amministrazione si era impegnata, con un finanziamento di 50 mila euro per l’anno 2013 ed ulteriori 50mila per il 2014 – ha ricordato l’esponente del sindacato – una promessa che il 31 dicembre scorso, in sede di approvazione del bilancio, non è stata mantenuta”.
A pesare, per l’Unione Inquilini peloritana, anche la passiva accettazione con la quale il Comune di Messina ha recepito i termini del provvedimento: “E’ evidente che non c’è nessuna la volontà di contrastare concretamente una misura profondamente iniqua, andando a Palermo a chiedere spiegazioni. Il bando andrà deserto – ha avvertito Currò – perché la procedura esecutiva per gli sfratti 2013 si è già conclusa”.
Esclusi da ogni tutela dunque, gli inquilini colpiti dallo sfratto esecutivo nel 2014: “Sono gravi le responsabilità politica dell’amministrazione nei confronti di queste persone – ha concluso il rappresentante dell’Unione Inquilini – eppure basterebbero interventi semplici, come la concessione, anche per brevi periodi, di scuole, caserme e alloggi requisiti alla malavita. Un dato è ormai evidente: il tema casa non è parte dell’agenda politica di questa amministrazione”.
I dati forniti dal sindacato, sul numero degli sfratti registrati in città nel 2013, parlano di 230 inquilini morosi, di questi, 12 sono morosi incolpevoli.
Ad inchiodare l’amministrazione alle sue responsabilità Luigi Sturniolo: “Il nodo qui è politico – ha esordito il consigliere del gruppo Misto a palazzo Zanca – hanno promesso di inserire in bilancio 50mila euro per la morosità incolpevole e, invece, non l’hanno fatto perché ossessionati dai debiti piuttosto che dalle nuove povertà. Sarebbe stata una cifra probabilmente insufficiente, ma sarebbe stato un segnale importante: un’assunzione di responsabilità nei confronti di intere famiglie”.
“La morosità incolpevole è un tema che dovrebbe essere prioritario per questa amministrazione, dalla quale – ha incalzato Sturniolo – ci si sarebbe aspettato una presa di posizione contro i contenuti di questo decreto. Ma per scomodare il manovratore occorre non essergli amico ed impegnare le proprie energie verso problemi veri e non in una rivoluzione culturale, che no – ha concluso – continuiamo a non capire”.
Sulla stessa linea Nina Lo Presti: “In due anni, in merito alle politiche abitative, abbiamo visto solo confusione e approssimazione – esordisce l’esponente del consiglio comunale – una condizione che è stata confermata dai recenti stati generali, a conclusione dei quali è emerso un dato: massima attenzione per il mondo delle cooperative e scarso interesse, visti i bilanci, per le nuove povertà”.
“Una gestione tradizionale del problema e l’assenza di una mappatura dei nuovi bisogni che rappresentano il conclamato fallimento delle politiche dei sevizi sociali. Tanto l’impegno speso dal Sindaco e dall’Assessore per un riequilibrio, presentatoci come rinascita per la città, nessuna volontà di intervenire a tutela dei più deboli”.
A sostegno dell’Unione Inquilini anche Clelia Marano: “Entrare in una casa, svuotarla di ogni cosa, è un atto di una violenza inaudita. Il clima che si respira ti logora dentro. Si tratta di famiglie con bambini, persone diversamente abili, donne sole, queste ultime vittime anche di ricatti sessuali. Tremila i nuovi poveri – ha ricordato – morosi incolpevoli che, per questa amministrazione, sono gli ultimi sia sotto l’aspetto economico, sia sotto quello politico”.
“L’esecuzione forzata dello sfratto è stata definita dalle Nazioni Unite una forma di violenza. E’ quindi obbligo dei governi migliorare case e quartieri attraverso i Comuni, che – ha spiegato la Marano – hanno l’obbligo di impedire che uomini, donne, bambini e anziani finiscano per strada. Il Comune di Messina invece incrocia le braccia e delega ai servizi sociali che, sopratutto in presenza di bambini e non disponendo di soluzioni abitative, sono spesso costretti a separare famiglie che hanno una sola colpa, quella di non avere di che vivere. L’ennesima violenza che, grazie a Mantineo e Accorinti, ci riporta al Medioevo”.
“Il sindacato ha sopperito sino ad oggi alle carenze di un’amministrazione fallimentare, anche con l’occupazione dell’ex scuola Pietro Donato, ma adesso basta. Tre mesi fa – ha concluso l’ex esperta del Comune di Messina per i servizi sociali – è stato nominato un esperto alle emergenze abitative: che fine ha fatto”?
L’emergenza abitativa in città è espolosa e rischia di mettere in ginocchio famiglie già allo stremo, privandole dell’unica certezza: una casa.
L’amministrazione è chiamata a rispondere, ma l’Unione Inquilini avverte: “Se questo non avverrà ne prenderemo atto e accompagneremo socialmente le famiglie sfrattate all’interno di palazzo Zanca”.
Emma De Maria
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