Messina. Potrebbe esserci ancora una speranza per rimettere in discussione il Piano di riequilibrio, tutto dipende da un possibile cavillo legale.
In molti ancora non hanno digerito la recente bocciatura del Piano di riequilibrio della città di Messina, ad opera del Consiglio comunale. E mentre ci si interroga sulle motivazioni alla base di questa scelta c’è chi cerca strade ancora percorribili.
«Trasmettere un quesito al Ministero dell’Interno chiedendo l’interpretazione autentica dell’art. 1 comma 889 della Legge di Stabilità 2018 per capire se si possa ripresentare una nuova rimodulazione del Piano di riequilibrio già adesso».
È questa la richiesta di Libero Gioveni. Il Consigliere comunale non si rassegna alla bocciatura dell’importante delibera che avrebbe consentito di ridistribuire la massa debitoria del Comune di Messina in 20 anni, invece che in 10 anni, garantendo quindi più risorse economiche per lo sviluppo della città.
Gioveni, che si era espresso positivamente verso la rimodulazione del Piano di riequilibrio, suggerisce di chiedere un chiarimento al Ministero dell’Interno per capire se il Consiglio comunale fosse davvero chiamato a votare l’approvazione o “soltanto” vigilare sull’operato della Giunta approvando la delibera quando questa fosse stata adeguata.
Il comma 889, recita così: “[…] Il consiglio dell’ente locale, entro il termine perentorio di quarantacinque giorni dalla data di esecutività della deliberazione di cui al periodo precedente, APPROVA il piano rimodulato o riformulato, corredato del parere dell’organo di revisione economico-finanziaria[…]”.
«La parola “approva” – spiega Gioveni – fa pensare che l’Aula non avesse scelta, nel senso che la delibera di Giunta, frutto della volontà di adesione manifestata col voto e poi comunicata al Ministero 45 giorni prima ai sensi sempre del medesimo comma 889, dovesse ricevere dal Consiglio Comunale solo, appunto, una “presa d’atto” della delibera».
L’ipotesi formulata dal consigliere comunale del PD punta sul fatto che l’idea di procedere con la rimodulazione del Piano di riequilibrio fosse già stato accettata dal Consiglio comunale prima della richiesta al Ministero e quindi, il civico consesso, non potesse bocciarlo ma solo prendere atto della delibera, supportata dal parere dell’organo di revisione economica-finanziaria del Comune.
È una flebile speranza e lo stesso Gioveni ammette che «questa posizione somigli ad un maldestro tentativo di “arrampicarsi sugli specchi”» ma, come dice lo stesso consigliere: «Non costa nulla provarci».
All’assessore Guido Signorino e al Segretario Generale, Antonio Le Donne, viene dunque richiesto di valutare questa opportunità e inoltrare tempestivamente la richiesta di chiarimento al Ministero dell’Interno.
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