I dirigenti del Comune di Messina dovranno restituire all’ente circa 3,2 milioni di euro, somme incassate in modo illegittimo dai fondi degli anni tra il 2011 e il 2013.
Lo ha stabilito il collegio del revisori dei conti, che ha dato ragione alle Funzioni Pubbliche di Cgil, Cisl e CSA, che due mesi fa non sottoscrissero i contratti decentrati sottoposti dal Segretario Generale. Antonio Le Donne. I sindacati riscontrarono una difformità nella costituzione dei fondi, difformità che ammonta, appunto, a 3,2 milioni di euro.
In altre parole è stato erroneamente ampliato il fondo annuo da cui si attinge per garantire le retribuzioni di risultato e di posizione, che a loro volta formano il trattamento accessorio dei dirigenti. Un errore sostanzioso sotto il profilo economico, così per i dirigenti tocca fare dietrofront restituendo quella somma allo stesso Comune di Messina. Per i revisori, Federico Basile e Giuseppe Zingales, il fondo va rielaborato, visto che tiene conto della pianta organica risalente al 1998.
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Ma quando mai restituiranno 3,2 mil. di euro, tra cavilli e roba simile finirà tutto a tarallucci e vino.