Non si placa la polemica sull’elezione del nuovo presidente del Consiglio Comunale di Messina: 17 consiglieri comunali provenienti dalle file dell’opposizione si rivolgono all’Assessorato delle Autonomie Locali e della Funzione Pubblica delle Regione Siciliana con l’obiettivo di verificarne la legittimità.
I consiglieri comunali dell’opposizione contestano l’elezione di Nello Pergolizzi, esponente della maggioranza legata alla Giunta Basile, avvenuta nella notte tra il 29 e il 30 maggio e portano le carte alla Regione, chiedendo un parere dell’Assessorato delle Autonomie Locali e della Funzione Pubblica delle Regione Siciliana.
Elezione del presidente del Consiglio Comunale di Messina: cos’è successo
Di cosa stiamo parlando? Il Consiglio Comunale si è riunito la prima volta per votare il nuovo presidente il 2 maggio 2023. La votazione è andata a vuoto, dopodiché si è tornati in Aula per l’elezione il 29 maggio. Alla fine della Seduta, durata cinque ore e chiusa a notte inoltrata, è stato proclamato eletto Nello Pergolizzi, consigliere della maggioranza. Il dibattito riguarda la natura della votazione: per l’opposizione, quella della notte tra il 29 e il 30 maggio è stata una prima votazione, successiva a una sessione chiusa – considerate anche le dimissioni di due consiglieri comunali e le sostituzioni avvenute nei giorni successivi –; per la maggioranza, invece, è stata una seconda. Cosa cambia? Il numero di voti necessari per “proclamare il vincitore”. Alla prima votazione, infatti, serve la maggioranza assoluta (la maggioranza più uno, ovvero 17 consiglieri); alla seconda basta quella semplice (ovvero il maggior numero di voti). Nello Pergolizzi è stato dichiarato eletto presidente del Consiglio Comunale con 15 voti, contro i 14 di Maurizio Croce, 2 per Antonella Russo e una scheda bianca.
Perché l’opposizione chiede parere alla Regione
Dopo aver contestato l’accaduto a margine della Seduta e qualche giorno dopo, sempre in Aula, 17 consiglieri comunali dell’opposizione hanno inviato una richiesta di parere all’Assessorato delle Autonomie Locali e della Funzione Pubblica delle Regione Siciliana: «Gli scriventi consiglieri comunali della città di Messina – si legge nel documento – intendono sottoporre all’attenzione dell’Assessorato delle Autonomie Locali la problematica concernente la recente elezione del presidente del Consiglio Comunale, in ordine alla quale chiedono un autorevole parere relativo alla legittimità o meno della votazione e degli atti conseguenti, con contestuale richiesta di indicazione dei provvedimenti di competenza da adottare nel caso in cui da quanto evidenziato emergano profili di nullità e/o illegittimità».
All’interno della richiesta di parere, i consiglieri presentano un proprio riepilogo dei fatti e spiegano perché ritengono che quella avvenuta nella notte del 30 maggio sarebbe una seconda votazione e non una prima. Citano in proposito la “Circolare dell’Assessorato delle Autonomie Locali e della funzione pubblica – Dipartimento delle autonomie locali – Servizio 5° Ufficio Elettorale – pubblicazione n. 1 del Giugno 2022”. Nel documento, a pagina 307 di 508, parte relativa agli adempimenti del “Presidente del Consiglio Comunale” si legge che “per l’elezione del presidente è necessario che si consegua alla prima votazione il voto favorevole della maggioranza assoluta dei componenti del consiglio, conseguito il pregiudiziale plenum con le surroghe, come disciplinate”.
«Tale statuizione – scrivono – chiarisce che è necessario e pregiudiziale costituire il plenum del Consiglio Comunale con le surroghe prima di procedere alla c.d. “prima votazione”. Il plenum del Consiglio Comunale – rispetto alla votazione svoltasi in data 02 maggio 2023 – è venuto meno e successivamente ricostituito per ben due volte (il riferimento è qui alle dimissioni prima di Cateno De Luca e poi di Alessandro De Leo, ndr), rendendo certamente la votazione svoltasi per l’elezione del Presidente del Consiglio il 29 maggio 2023 la “prima votazione”, ragione per cui per l’effettiva elezione del Presidente del Consiglio Comunale sarebbe stato necessario – a norma tanto dello Statuto del Comune di Messina quanto delle disposizioni raccolte nella circolare menzionate – raggiungere il numero di 17 voti, rappresentanti la maggioranza assoluta».
In più, i consiglieri contestano il riferimento in Aula della Segretaria Generale, Rossana Carrubba, agli “adempimenti di prima adunanza”: «Fuori da tale ambito – scrivono –, il sistema di elezione del Presidente del Consiglio comunale, come nel caso di specie, a seguito di dimissioni del presidente uscente On. Cateno de Luca, deve essere assoggettato, così come tutte le altre delibere di Consiglio, alle norme statutarie e regolamentari dell’ente (V. sent. 02762/2022 del 05.12.2012, Tar Sicilia, sez. Catania). Ebbene, l’art. 36 del Regolamento del Consiglio del Comune di Messina prevede che “ogni deliberazione del consiglio comunale si intende approvata quando abbia ottenuto il voto favorevole della maggioranza dei votanti, ossia un numero di voti a favore pari ad almeno la metà + 1 dei votanti».
I consiglieri che hanno firmato la richiesta di parare all’Assessorato sull’elezione del presidente del Consiglio Comunale di Messina sono: Antonella Russo e Felice Calabrò (Pd); Cosimo Oteri (Forza Italia); Amalia Centofanti e Giuseppe Villari (Lega); Libero Gioveni, Dario Carbone e Pasquale Currò (FdI); Rosaria D’Arrigo, Emilia Rotondo, Giulia Restuccia, Mirko Cantello e Maurizio Croce (Gruppo Misto); Dario Zante, Federica Vaccarino e Giandomenico La Fauci (Ora Sicilia); Giovanni Caruso (lista De Domenico Sindaco).
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