Ivana Risitano, consigliere superstite nel gruppo CMdb insieme a Lucy Fenech, è sempre più una voce isolata all’interno del Consiglio comunale. I suoi rapporti con i colleghi consiglieri sono ormai tesi e non sono mancati nel recente passato diverbi e folkloristici siparietti anche con il presidente del civico concesso Emilia Barrile.
Risitano tira fuori un argomento tutt’altro che nuovo: la Galleria D’Arte moderna e contemporanea del Palacultura, stigmatizzando l’atteggiamento dell’Aula. “Lunedì – precisa – il Consiglio comunale ha bocciato la proposta di delibera di Regolamento per la Galleria d’Arte moderna e contemporanea ospitata al Palacultura. Una bocciatura strana, con un solo contrario, 11 favorevoli e 17 astenuti. Il dibattito era durato a lungo, tra sedute di commissione e di consiglio. Un regolamento con tutti i crismi, utile a rendere fruibile il patrimonio artistico ospitato nella Galleria. Eppure, diversi erano stati gli interventi critici, orientati principalmente contro la possibilità prevista dal Regolamento di indire, nel caso in cui ci fossero le condizioni di disponibilità finanziaria, un concorso pubblico per la nomina di un Direttore artistico. Persino il Presidente della Commissione Cultura, Adamo, aveva appoggiato questa critica e presentato un emendamento che cassasse gli articoli riferiti alla nomina tramite bando pubblico del Direttore”.
“Alcuni consiglieri – continua Risitano – avevano ripetutamente fatto notare che era già presente nel Regolamento la condizione della disponibilità finanziaria e che non aveva senso eliminare la previsione di questa possibilità; avevano sottolineato che, pur preferendo in linea di principio la valorizzazione di risorse interne, erano persuasi che per un ruolo così peculiare, connesso a competenze specifiche, andava lasciata la possibilità di fare un bando rivolto all’esterno, nel caso in cui nessuno dei dipendenti interni possedesse certi requisiti.
Nonostante l’assessore Perna abbia risposto a tutte le perplessità avanzate in Consiglio, il Regolamento ha subito una bocciatura fatta quasi esclusivamente di astensioni.
“In questi casi – conclude il consigliere – si potrebbe fare così: pubblicare sui giornali la bozza di Regolamento, chiedere a ciascun consigliere (soprattutto a quelli che non hanno fatto alcuna dichiarazione di voto) i motivi del loro sì, del loro no o della loro astensione, e aprire un dibattito pubblico sul perché ad oggi non abbiamo (e non avremo più, in tempi brevi) uno strumento che regolamenti la fruizione di un patrimonio artistico. Solo così gli elettori potrebbero esercitare quel controllo che consente di evitare boicottaggi, bocciature strumentali, meschini dispetti”.
(213)