Non ha convinto il Consiglio Comunale l’emendamento che doveva servire a “salvare” il Piano di alienazione e valorizzazione degli immobili comunali. Con un sonoro “NO”, l’Aula ha bocciato entrambi i documenti. Si blocca, quindi, anche il percorso del bilancio di previsione, legato a doppio filo a una delibera che, da subito, ha spaccato in due Palazzo Zanca. Cos’è successo in Aula, chi ha votato come e perché.
17 presenti, 3 contrari, 12 astenuti, 2 favorevoli: si chiude così la partita per il Piano di alienazione, che dovrà essere riformulato e ripresentato, in tempi celeri, per una nuova trattazione in Consiglio Comunale. Si tratta di un documento, propedeutico alla votazione del bilancio di previsione, finalizzato a individuare e segnalare i beni immobili di proprietà del Comune che l’Ente intende valorizzare, dandoli in concessione a terzi, in maniera tale da renderli fruibili alla cittadinanza secondo diverse modalità.
Il lungo e travagliato percorso che ha portato fino a oggi lo abbiamo spiegato qui. In sintesi: al piano era stato allegato l’elenco dei beni da alienare e valorizzare, che però si era poi rivelato scorretto. Per correggere gli errori, sono stati redatti due emendamenti, il primo ritirato, il secondo passato oggi alla prova dell’Aula. Per buona parte dei consiglieri, a esclusione principalmente degli esponenti del Gruppo Misto legati alla Giunta De Luca, il documento non era accettabile. Per l’esponente del Pd, Felice Calabrò, per esempio, non sarebbe ammissibile un emendamento che sia al contempo cassativo, modificativo e aggiuntivo. Contrario il parere del Segretario Generale, Rossana Carrubba, per la quale all’interno del Regolamento del Consiglio Comunale non c’è niente, di specifico, che lo vieti.
In ogni caso, l’emendamento è stato bocciato – con 14 voti di astensione e 3 favorevoli – e con esso, di conseguenza, le modifiche che avrebbero “corretto” la delibera. «Mi rendo conto – è intervenuto allora il consigliere di Libera Me, nonché presidente della Commissione Bilancio, Massimo Rizzo – che c’è un clima da campagna elettorale, ma richiamo me stesso e i colleghi a un senso di responsabilità. Mi pare assolutamente evidente che la delibera senza l’emendamento, nella sua stesura originaria, non dovrebbe neanche essere sottoposta al giudizio dell’Aula. Mi appello al senso di responsabilità di chi l’ha presentata a ritirarla».
A rispondere alla richiesta è stata Serena Giannetto, consigliera del Gruppo Misto, tra le firmatarie della delibera: «Se quest’Aula veramente aveva senso di responsabilità poteva approvare l’emendamento e si poteva tranquillamente votare questa delibera. Non intendiamo assolutamente ritirare la delibera».
Come prevedibile, messa in votazione, la delibera sul piano di alienazione e valorizzazione degli immobili comunali è stata bocciata con 3 voti contrari (Massimo Rizzo e Biagio Bonfiglio di Libera Me, Paolo Mangano del Gruppo Misto), 12 astenuti (Felice Calabrò, Gaetano Gennaro e Alessandro Russo del Pd, Giovanni Caruso di Bramanti Sindaco, Giuseppe Fusco e Cristina Cannistrà del M5S, Rita La Paglia e Sebastiano Tamà di Forza Italia, Nino Interdonato e Piero La Tona di Sicilia Futura, Giovanni Scavello del Gruppo Misto, Giandomenico La Fauci di Ora Messina), 2 favorevoli (Serena Giannetto e Francesco Cipolla del Gruppo Misto).
La Seduta è stata quindi aggiornata alla prossima settimana.
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