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“Quer pasticciaccio” del Piano di valorizzazione degli immobili: nuovo round in Consiglio

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Oggi si torna in Consiglio Comunale, e lo si fa con una bella gatta da pelare: il Piano di alienazione e valorizzazione degli immobili comunali, delibera propedeutica alla votazione del bilancio di previsione, rimasta congelata per diverso tempo, poi modificata e adesso apparentemente pronta alla prova dell’Aula. Diversi consiglieri, però, chiedono che venga ritirata e riscritta da capo. Perché, e soprattutto, di cosa si tratta.

Facciamo una premessa, perché per prima cosa occorre capire di cosa stiamo parlando. Cos’è il Piano di alienazione e valorizzazione degli immobili comunali? È un documento che contiene tutti quei beni che il Comune intende valorizzare, dandoli in concessione a terzi, in maniera tale da renderli fruibili alla cittadinanza secondo diverse modalità. Non vi rientrano quei beni che l’Ente intende per esempio ristrutturare, per i quali ha dei progetti propri.

Ora, questo piano è stato elaborato e presentato dal Dipartimento competente nel novembre del 2021 con in allegato l’elenco dei beni da valorizzare, redatto sulla base di quanto comunicato dalla Messina Patrimonio Spa. La Società ha infatti per statuto, tra i propri compiti, quello di tenere l’elenco del patrimonio e di redigere elenchi come quello cui si fa riferimento all’interno della delibera (ma non può fare atti amministrativi). Successivamente è stato predisposto dall’Azienda un emendamento, poi ritirato dalla consigliera comunale Serena Giannetto (Gruppo Misto). Nei giorni scorsi, è stato presentato un successivo emendamento, proposto dal Dipartimento, che integra l’allegato elaborato dalla Partecipata. Cosa c’era che non andava nel primo elenco? In estrema sintesi, erano stati inseriti in totale 75 beni, 30 dei quali però non potevano essere inseriti perché già oggetto di interventi di ristrutturazione. Il nuovo elenco consta infatti di 45 immobili da alienare e valorizzare.

Il piano di alienazione adesso è pronto, è approdato in Consiglio Comunale, dove è iniziata la discussione. Per diversi consiglieri è però ancora un po’ un pasticcio, andrebbe stralciato e rifatto da capo. A pensarlo è, per esempio, il consigliere del Pd Felice Calabrò: «La Patrimonio SPA mette in vendita degli immobili per i quali già sono stati fatti altri accordi, ma può capitare – ha ironizzato –; può capitare di vendere una scuola dove si devono svolgere le lezioni! Il grande errore di questa delibera è stato spiegato dal segretario generale: quando è stata costituita la Patrimonio SPA, sono stati redatti due verbali di consegna sbagliati poiché sono state delegate anche le funzioni amministrative ad una società di supporto tecnico all’ufficio patrimonio».

«Rilevato che in quattro anni di gestione De Luca – ha proseguito – qua dentro sono stati commessi errori enormi dal punto di vista amministrativo, nel caso specifico il segretario generale ci ha messo una pezza, facendo ricostituire l’ufficio patrimonio a cui sono state nuovamente trasferite le risorse umane nel frattempo distaccate alla nuova società. Ora, i colleghi del gruppo misto hanno firmato un documento senza ben sapere di cosa si trattasse, documento che invece andava ritirato per predisporre una delibera stavolta ben impostata. Qui si è cercato di mettere una toppa di un vestito buono ad un vestito vecchio, con il risultato che perderanno il vestito vecchio ed il vestito buono!».

Alla richiesta, condivisa anche dal vicepresidente del Consiglio Comunale, Nino Interdonato – che nella seduta di lunedì 21 ha svolto le funzioni del presidente Claudio Cardile, assente giustificato –, hanno risposto i consiglieri del Gruppo Misto che hanno firmato la delibera. Per loro ha parlato Giuseppe Schepis: «Ho firmato, così come credo anche i miei colleghi, perché si tratta di uno strumento propedeutico al documento finanziario necessario per fare andare avanti l’Ente (il bilancio di previsione, ndr). È evidente che vi sono problemi tecnici ma si è sempre avuto il supporto dei dirigenti e degli uffici, anche se a volte vi può essere qualche “buco” da colmare con la predisposizione di qualche emendamento. Non siamo tecnici, il nostro compito è solo quello di dare un indirizzo politico rispetto agli atti finanziari».

La seduta si è poi conclusa, il piano non è stato quindi ritirato e si tornerà a discuterne oggi, alle 11.30 in Aula.

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