Scendono in Sicilia i vertici nazionali dei partiti per il rush finale della campagna elettorale per le elezioni del 25 settembre 2022. Oggi, giovedì 22, è stato il turno di Peppe Provenzano, vicesegretario del Partito Democratico, in trasferta a Messina – contemporaneamente a Renato Schifani, all’Hotel Royal invece – per sostenere i candidati del Pd alle elezioni politiche e regionali. Una visita speculare a quella che il segretario Letta ha fatto pochi giorni fa dall’altro lato dello Stretto, a Reggio Calabria.
Riacquista così importanza nel dibattito politico il Mezzogiorno. La tappa di Provenzano in città infatti arriva dopo quella di Conte, Salvini e Meloni nelle ultime settimane, a testimonianza dell’interesse – elettorale o meno – dei partiti per la Sicilia e Messina. Interrogato sul caro bollette, il Ponte sullo Stretto e i rapporti con il Movimento 5 Stelle, il numero due dem ha risposto a diverse domande e non ha lesinato critiche agli avversari del centrosinistra, a cominciare da Cateno De Luca.
Peppe Provenzano a Messina per le elezioni in Sicilia: «Vogliamo cambiare questa regione»
«Garantire i consumi gratis alle famiglie che hanno redditi medio-bassi fino alla metà del consumo medio e il resto a prezzi calmierati» è la ricetta di Provenzano e del Partito Democratico per il caro bollette. «Chiediamo – spiega – prezzi amministrati per un anno per tutta la fase dell’emergenza e poi soprattutto raddoppiare gli sconti e rateizzare le bollette alle imprese, perché rischiano di chiudere lasciando a casa migliaia di lavoratori che pagherebbero due volte, come lavoratori e come cittadini, ma per farlo dobbiamo costruire alleanze in Europa per fissare un tetto al prezzo del gas. Avere un’Italia guidata dalla destra, che ci vuole alleati di Orbán (amico di Putin), è un danno per il Paese».
L’ex ministro del Sud è intervenuto anche sulla fuoriuscita di uno dei “big” del Partito Democratico, l’onorevole Pietro Navarra, passato nelle file del centrodestra: «Il Pd – evidenzia Provenzano – ha tanti figli e tanti padri e tra questi non bisogna annoverare i trasformisti. Quando si fanno scelte come quella di Navarra si rivela una concezione del partito che noi non possiamo accettare, cioè concepire il Pd come un taxi o un autobus. Navarra ha detto che non siamo più il partito di prima: certo, non è più il partito di Renzi, quello che in Sicilia candidava trasformisti di ogni colore, perché abbiamo davvero la volontà di cambiare questa regione e con Caterina Chinnici abbiamo l’opportunità di farlo».
Chiusa nuovamente la porta al Movimento 5 Stelle, dopo la rottura del patto che sull’Isola aveva portato all’organizzazione delle primarie per il candidato alla presidenza della Regione, il vice di Letta ha concluso con una doppia stoccata a Schifani e De Luca. Il primo rappresenterebbe un «ritorno al passato», mentre il candidato di Sicilia Vera starebbe raccogliendo «forze trasformiste» e sarebbe un «pericolo altrettanto grave per la Sicilia», con lui «ancora più isolata sullo scenario nazionale», poiché per far valere le urgenze dei siciliani non servirebbero «gli show e le pagliacciate», ma «la competenza e la capacità di risolvere i problemi».
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