Diventa sempre più acceso il botta e risposta tra i candidati sindaco Dino Bramanti e Cateno De Luca dopo le dichiarazioni scottanti di quest’ultimo, secondo cui alla base del Patto per Messina ci sarebbe un impegno al silenzio circa delle assunzioni “strane ” al Neurolesi (affermazioni poco dopo smentite). Dopo aver ricevuto le dure dichiarazioni di Bramanti, che lo ha accusato di fare solo politica da teatrante, e l’avviso di querela da parte del commissario straordinario del Centro Neurolesi, Aliquò, De Luca sceglie di fare chiarezza sul suo operato, affermando:
«Stimatissimo prof. Bramanti, – scrive Cateno De Luca – lo ammetto: sono un teatrante, perché portare 150 milioni di euro a Messina è stato un colpo di teatro! È stato un colpo basso nei confronti di quei parlamentari che non fanno gli interessi di Messina, di tutti coloro per cui ciò che non si fa è sempre colpa degli altri. Non so quale sia il suo concetto di interesse pubblico. Per me, la confusione tra ciò che è pubblico e ciò che è privato rappresenta uno dei mali di questa città.
All’ARS non barattato nulla: non ho “acquisito” strutture ospedaliere, ho solo fatto qualcosa di utile per Messina senza nulla pretendere. E soprattutto ho dimostrato che si può fare il bene di Messina anche se osteggiato da certe consorterie e cecchinato dagli sciacalli della politica. Se questa è la mia colpa, sono colpevole. Sono colpevole di amare Messina, di avere troppa passione politica, di essere amico di persone semplici – come me – che non detengono le leve del potere ma faticano tutti i giorni per portare il pane a casa, che sono costretti a vedere i propri figli partire da Messina in cerca di futuro, che vivono in baracche o vivono al centro ma soffrono pur tuttavia l’emergenza idrica. Per loro e per chi ama questa città disinteressatamente continuerò a impegnarmi. La strada è piena di ostacoli e trabocchetti, ma nella mia vita ne ho superati tanti e non mi spaventano. Mi spaventa di più il silenzio di chi non riesce più a trovare la forza di reagire.
Messina non ha bisogno di un Sindaco silente o accondiscendente con il cosiddetto potere prostituito al malaffare politico. Per questo ho voluto intraprendere questa ennesima battaglia. L’affetto della gente mi dà la forza di andare avanti. Stia certo, professore, non mi fermerete. Non mi fermeranno. E non mi fermerò!».
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