Pd – Forza Italia. Ok al passaggio, ma con coraggio e senza ipocrisia

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Se ci fosse un premio alla memoria di Agostino Depretis, il Consiglio comunale di Messina vincerebbe a mani basse. Nelle ultime settimane, molti consiglieri hanno assunto le sembianze di camaleonti che hanno lasciato la poltrona del Pd, adagiando le loro zampette su quella targata Forza Italia, mentre la loro livrea magicamente raggiungeva sfumature cromatiche vicine all’azzurro. Un’azione in pieno accordo con il famoso “trasformismo”, adottato già a fine Ottocento dal già citato Depretis che da lassù osserva con compiacimento le astute mosse di Genovese e dei suoi fedeli discepoli.

La differenza tra destra e sinistra si è assottigliata ormai da tempo. E l’unico finora in grado di spiegarla veramente è stato Giorgio Gaber in una celebre canzone. Si è però consumato un affronto alla vera Politica (con la p maiuscola) e ai cittadini – elettori che due anni fa avevano affidato l’incarico in Aula ai consiglieri, condividendo idee e una chiara appartenenza al partito. Con troppa facilità tutto è cambiato, ribaltandosi. Genovese, liberatosi dalle misure cautelari, è tornato a manovrare la stanza dei bottoni, muovendo come marionette alcuni suoi fedelissimi che adesso, con nonchalance, sputano nel piatto dove hanno mangiato fino a poco tempo prima. Non si capisce, infatti, perchè la maggioranza degli “emigrati” abbia sentito il bisogno di giustificare l’avvenuto passaggio a Forza Italia con frasi ad effetto denigratorie verso il vecchio partito. Va ovviamente sottolineata la straordinaria tempistica, vale a dire: un partito che stranamente delude in contemporanea un certo numero di  in-fedelissimi, costringendoli a metà dicembre del 2015 (annata storica) a lasciare la strada vecchia per la nuova.

Dopo la vicenda Gettonopoli. il Consiglio comunale ha perso ulteriori posizioni nella speciale classifica della credibilità. E’ inutile negarlo, la migrazione di massa dal Pd a Forza Italia non può essere analizzata e spiegata soltanto con motivazioni politiche. Dietro evidentemente c’è ben altro, in primis l’assoluta fiducia (in certi casi devozione) al leader Genovese. Un rapporto simile a quello instaurato tra un cane e il suo padrone.  A farne le spese sono chiaramente i cittadini, costretti ad osservare dall’esterno questa inaspettata trasformazione di esseri umani in camaleonti. L’elettore è impotente, si sente beffato e tradito. E questo in un momento così delicato per Messina non può che rappresentare un ulteriore ostacolo. La politica si è ancora una volta allontanata dalla gente.

C’è chi in questo trambusto politico, cerca un filo conduttore che spieghi e unisca vari accadimenti. Questa mattina il gruppo Cambiamo Messina dal Basso ha presentato in conferenza stampa un documento, stigmatizzando gli ultimi cambi di casacca. C’è chi invece consiglia di ripartire da zero visti i recenti sconvolgimenti. Lucy Fenech chiede l’azzeramento della presidenza, Daniela Faranda vuole invece premere il tasto reset nelle Commissioni consiliari. Un atto dovuto vista la situazione, che però potrebbe rimanere solo una formalità. Il rischio che tutta la vicenda si racchiuda nella gattopardiana espressione “Tutto cambia affinché nulla cambi”, purtroppo è molto alto.

Andrea Castorina

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