La Procura di Palermo ha iscritto sul registro degli indagati i giornalisti Piero Messina e Maurizio Zoppi: ipotesi di reato è diffusione di notizia falsa. Messina e Zoppi, palermitani, sono gli autori dell’articolo pubblicato da “L’Espressso” giorni fa, quello che ha scatenato la bufera mediatica sul presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta. Quello che fa riferimento ad una conversazione, intercettata, tra Crocetta ed il suo medico personale, Matteo Tutino.
La magistratura palermitana, che nell’immediatezza smentì l’esistenza agli atti della intercettazione, adesso va oltre e indaga i due giornalisti.
E’ falsa, dunque, secondo la procura, la notizia che Tutino, nel corso di una telefonata con l’amico Crocetta, abbia augurato all’allora assessore regionale alla Sanità. Lucia Borsellino, di morire come il padre: “saltando in aria con l’auto” . Falso, conseguentemente, anche il silenzio del governatore a questo augurio.
Luigi Vicinanza, direttore del settimanale, aveva così commentato la posizione nella vicenda della procura palermitana: “L’Espresso non ha inventato nulla, non ha aggiunto nulla e non ha nascosto nulla. Ha avuto una notizia, l’ha verificata e l’ha pubblicata. Del tutto indifferente a eventuali strumentalizzazioni politiche. Ed esiste esattamente come riportato nel nostro articolo. La conversazione risale al 2013, i nostri cronisti a Palermo l’hanno ascoltata e ne hanno verificato l’autenticita’ con diverse fonti di tutti gli ambienti investigativi. Siamo pronti a fornirne prova”.
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