Animi accalorati, animi entusiastici, quelli che stamattina si sono dati appuntamento nel foyer del teatro Vittorio Emanuele, in occasione della seconda Convention nazionale di “Noi per L’Italia”. “Noi per l’Italia” non è un partito ― chiariscono subito gli aderenti ― ma una confederazione di associazioni con l’obiettivo di dare respiro a una politica che riparta dalla persona. L’appuntamento di Messina segue la presentazione del Movimento avvenuta a Milano lo scorso 24 Giugno. Ad aprire i lavori Gigi Cartagenova, giornalista e moderatore dell’evento, che ha sottolineato la volontà dell’associazione nazionale “Noi per l’Italia” di dare vita a una politica che «non sia quella dei politicanti, ma della società civile». In un percorso di rifondazione politica che si apre al futuro del Paese e a un effettivo cambio di pagina della sua storia. Sono intervenute personalità di spicco, a sostegno di questa idea di rianimazione e rinascita: Luigi Amicone, direttore di “Tempi” e opinionista a La7; Lodovico Festa, scrittore, saggista ed editorialista de “Il Giornale”, “Il Foglio”, “I Tempi, il “Sole 24 Ore” e “L’Occidentale”; Dario Latella, docente di Dirittto Commerciale dell’Università di Messina. Grande partecipazione di giovani universitari e neolaureati che hanno posto domande urgenti e argute, sul futuro lavorativo del Paese, ai tre relatori. Festa ha insistito sul concetto di creatività e sull’importanza, all’interno del sistema formativo italiano, di un’unione tra la visione generale (pensata da Croce e Gentile) e quella specialistica, trattando anche il concetto di autonomia degli Atenei, che dovrebbero diventare competitivi. Amicone ha sottolineato l’importanza del connubio novità-giovinezza: l’idea di giovinezza inserita nel contesto di una sete di ricerca che spesso, purtroppo, viene strumentalizzata dal cinismo, «come accaduto ― dice con fare pungente ― quando qualcuno ha attraversato a nuoto lo Stretto di Messina». Un cinismo ― continua ― che ha tradito la grande sete giovanile, eludendo un’idea di onestà che dev’essere invece intesa nella sua totalità: «un dottore non deve essere solo onesto, ma anche bravo e professionale». La vera svolta ― insiste Amicone ― sta nell’impegno, nel mettere in pratica l’idealità e nell’ampliare gli orizzonti. E conclude: «Non c’è partecipazione senza coinvolgimento e umanità». Latella, invece, ha impostato il suo intervento sulla necessità del superamento dell’individualismo esasperato che pervade il Paese, compromettendo le relazioni fiduciarie interpersonali e lasciando ampio spazio a un’economia dell’avidità che deriva dall’idea che sia giusto “arricchirsi sulle spalle degli altri”, piuttosto che cooperare. La rassegnazione è in ogni caso da accantonare ― sostiene con fermezza Latella ― perché è proprio questa che sfruttano i macrosistemi per inibire l’entusiasmo e la manifestazione di ricambio latente. Presenti in sala anche il presidente nazionale di “Noi per l’Italia” e molti giovani che hanno portato la loro esperienza di vita lavorativa, sostenuta sempre con grande entusiasmo. Per capire più a fondo quali siano le ragioni alla base di questo movimento innovativo, abbiamo scambiato due parole con la referente locale di Noi per l’Italia, la dottoressa Cinzia Coscia, che in apertura del Convegno si è presentata così: «Sono madre di Mariateresa e Alessandro, inconsapevoli “motori” della mia esistenza. Sono ancora giovanissimi e hanno, davvero, tutta una vita da costruire e da vivere. Sono messinese e vivo in questa città, responsabilmente». La dottoressa Coscia, di professione odontoiatra, ci ha spiegato che: «”Noi per l’Italia” è un movimento a-partitico che nasce dall’aggregazione di più Associazioni a livello nazionale». Alla domanda se esiste un programma di azione concreto per affrontare le criticità che insistono nella società civile, ha risposto: «I progetti stanno venendo fuori dall’aggregazione delle idee, di una nuova realtà giovanile da cui questi programmi scaturiscono. La partecipazione è la vera forza. Il nostro obiettivo è quello di creare il numero, per poter avanzare proposte sempre più mirate e concrete rivolte alla persona, alla famiglia, alla società civile». Le abbiamo chiesto quale fosse precisamente la loro idea di politica: «”Noi per l’Italia” è in fondo una rete informale ― ha detto ― che mira a creare una buona politica, che non significa avere dei buoni politici, ma creare uno spazio e un luogo di incontro e confronto in cui tutti possono e devono partecipare. Il confronto dovrà essere costruttivo; demolire e criticare, se non si hanno delle valide alternative, rimane un atteggiamento sterile». Quali sono i valori su cui poggia l’idealità dell’Associazione? «La famiglia, la persona, la tradizione, la comunità, il lavoro. La famiglia è il fulcro della società civile e sostenerla vuol dire attuare una crescita della curva demografica, che ha subìto una forte decrescita negli ultimi decenni». Durante l’incontro di Milano si è parlato della possibilità che il movimento possa un giorno trasformarsi in un partito, rappresentante del popolo dei moderati e dei riformisti, sulla scia del Ppe (Partito Popolare Europeo). «Sì, miriamo a crescere e a divenire un movimento che abbia la forza di avanzare delle richieste concrete. Il nostro è un momento particolare, ― ha sottolineato Cinzia Coscia ― che tutti abbiamo contribuito a causare. Ora è necessario rianimare il fervore sopito per risvegliare la società civile. Più che di società da ricostruire, parliamo infatti di società da rianimare, perché molti in questo momento sono, comprensibilmente, confusi, arrabbiati, sopiti e noi vogliamo suscitare il loro risveglio con l’entusiasmo».
Giusy Gerace
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