Dare “aria” alla politica e avviare un reale processo di rinnovamento passa anche dall’importante “strumento” della partecipazione. Cambiamo Messina dal basso invita ad aprire ai cittadini le commissioni come accade nel resto d’Italia, tranne appunto in Sicilia dove — sottolinea — la Regione non regolamenta la materia. Conoscenza dei processi decisionali e trasparenza amministrativa sono alla base — spiega — del cambio di rotta necessario per ridare fiducia alla politica.
Ecco la nota:
«In occasione dell’audizione, in V commissione consiliare Ambiente-Salute, del dottor Michele Vullo, nuovo direttore generale dell’Azienda Papardo-Piemonte, i rappresentanti di un’organizzazione sindacale hanno chiesto di poter assistere ai lavori. Come da regolamento, è stata votata una mozione d’ordine che ha visto prevalere i contrari. Può essere questa l’occasione per affrontare il tema della pubblicità delle sedute delle commissioni consiliari.
Il regolamento del Consiglio Comunale di Messina prevede, infatti, che le proprie commissioni si svolgano a porte chiuse, tranne i casi in cui i componenti delle stesse votino, in seguito a richiesta di mozione d’ordine, per l’apertura al pubblico. Allo stesso modo sono regolamentati in questa materia i comuni di Catania e Palermo. La Regione Siciliana, che ha poteri esclusivi in merito, non norma la materia. L’Ordinamento degli enti locali in Sicilia non cita, infatti, le commissioni consiliari limitandosi a stabilire che le sedute del consiglio comunale sono pubbliche. Sono stati così i singoli Comuni a regolamentare autonomamente questo aspetto.
Al contrario, nel resto d’Italia, le commissioni, secondo il dettato del Testo Unico degli Enti Locali, sono aperte al pubblico, tranne casi eccezionali nei quali vengano trattati argomenti riservati o con rilevanti aspetti che interessino il diritto alla privacy.
Noi riteniamo che sia giunta l’ora che vengano aperte le porte di tutti i luoghi all’interno dei quali sono in discussione argomenti che riguardano la vita dei cittadini e l’organizzazione dei servizi che questi ricevono. La crisi della politica — e della sua rappresentanza — è sotto gli occhi di tutti. Non saranno meccanismi escludenti a migliorare le cose. Al contrario, la partecipazione sempre più consistente da parte dei cittadini può diventare lo strumento per rinnovare la politica. La conoscenza dei processi decisionali e la trasparenza amministrativa possono esserne un primo passo. Per parte nostra ci impegniamo ad avviare un percorso che miri a modifiche regolamentari che vadano in questa direzione».
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