Caso Sindoni, il Consiglio fa un passo indietro. E Interdonato si dimette da vicepresidente

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Il Consiglio comunale fa un passo indietro sul caso Donatella Sindoni. Dopo due giorni di dibattito in Aula, il consigliere Antonino Interdonato, dimessosi dal ruolo di vicepresidente, ha deciso di ritirare la delibera relativa alla decadenza dell’esponente di Grande Sud sulla cui ineleggibilità si è espresso per ultimo il Tribunale di Messina, notificando l’atto al segretario generale. A distanza di sei mesi, era agosto quando il  Consiglio si pronunciò sulla questione bocciando di fatto la decadenza di Sindoni, la patata bollente è tornata nuovamente sui banchi dell’Aula che non era finora riuscita a trovare una soluzione.

Da qui la decisione di Interdonato che,  in qualità di proponente, ha deciso di ritirare la proposta di deliberazione, richiamando proprio la seduta di agosto in cui il Consiglio aveva preso posizione sul caso Sindoni. Lo ha comunicato in una nota indirizzata all’amministrazione comunale e alla Procura della Repubblica.  “Si ritiene – precisa  il consigliere –  che la deliberazione n.4/c del 01.08.2016, al di là del successivo parere del 02.08.2016 (comunque confermativo del precedente del 24.06.2016), non può essere oggetto di eventuale annullamento in autotutela. L’organo collegiale, infatti, ha già espresso la propria volontà con tutte le conseguenze previste dalla legge. Invero, ai sensi del punto 4 dell’art.22 del D.lgs. 150/11 ‘Il ricorso avverso le deliberazioni adottate in materia di eleggibilità deve essere proposto, a pena di inammissibilità, entro 30gg dalla data finale di pubblicazione della deliberazione, ovvero dalla data della notificazione di essa, quando è necessaria’. Nella specie, pertanto, il Consiglio Comunale, avendo già deliberato sulla specifica questione di ineleggibilità, ha “consumato” la potestà in merito”.

“Quanto, invece, alla questione dell’immediata esecutività dell’ordinanza del Tribunale di Messina . continua Interdonato –  deve rilevarsi che, durante il dibattito d’Aula, si è appreso che è pervenuta alla PEC del Comune di Messina una comunicazione del legale della Consigliera Sindoni con la quale si informa il Segretario Generale dell’avvenuto deposito dell’atto di appello avverso la predetta Ordinanza, con il conseguente effetto sospensivo dell’Ordinanza stessa. In ogni caso, la stessa non può spiegare effetti durante la pendenza del termine previsto per l’impugnazione da parte della diretta interessata o dagli attori popolari, come stabilito dai commi 6 e 7 del richiamato D.Lgs 150/11. Per queste ragioni, la proposta di cui sopra deve intendersi con il presente atto ritirata e, conseguentemente, al fine di tutelare lo scrivente ed il Consiglio Comunale tutto, si trasmette la presente nota all’Ufficio Ispettivo dell’Assessorato Regionale agli Enti Locali affinché emetta un motivato parere ed attivi le necessarie azioni volte a verificare la legittimità degli atti posti in essere dalla Segreteria Generale del Comune di Messina, nonché alla Procura della Repubblica di Messina al fine di accertare la liceità delle azioni adottate”.

Antonino Interdonato, in autotutela,  ha poi deciso di dimettersi dal ruolo di vicepresidente del civico consesso. “Con grande rammarico, infine, constatata la mancanza di imparzialità negli atti che si sottopongono al Consiglio Comunale, e che rischiano di esporre un componente dell’Ufficio di Presidenza a conseguenze di diverso tipo, minando anche la credibilità personale dello scrivente, rassegno con effetto immediato le dimissioni da Vice Presidente Vicario del Consiglio Comunale, a maggior tutela dell’Organo Consiliare stesso ed in attesa che si faccia chiarezza, anche nelle sedi opportune, sui rapporti intercorsi tra la Presidenza del Consiglio Comunale e la Segreteria Generale del Comune di Messina“.

Nei prossimi giorni, quindi, l’Aula potrebbe accelerare i tempi per trattare la delibera relativa alla costituzione della nuova Messina Servizi Bene Comune e soprattutto per pronunciarsi sulla mozione di sfiducia entro il 18 febbraio. Due tappe che erano state appunto rallentate proprio per il caso Sindoni la cui posizione, però, potrebbe ancora influenzare i lavori del civico consesso.

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