Il candidato sindaco Bramanti non ci sta ad essere ancora il bersaglio degli altri protagonisti di questa campagna elettorale e questa mattina si è recato al Tribunale di Messina. Si sono susseguite quasi senza sosta negli ultimi giorni, infatti, le dichiarazioni che hanno puntato l’attenzione su possibili scheletri nell’armadio di Bramanti che riguarderebbero anche il centro Neurolesi.
«Non intendo trascorrere il resto della campagna elettorale come bersaglio di calunnie ed illazioni che offendono me e l’istituzione che ho avuto l’onore di guidare in tutti questi anni e di portarla all’eccellenza – ha affermato Bramanti. Ho dato mandato ai miei legali di predisporre la documentazione da presentare in Procura a tutela della mia reputazione e di quella dell’Irccs».
Inevitabile il riferimento alle affermazioni fatte da Cateno De Luca che ha parlato di assunzioni “strane” al Neurolesi e a Pippo Trischitta che ha parlato di nessi tra il mondo politico e il mondo della sanità, accendendo ancora di più una campagna elettorale caratterizzata da duri botta e risposta.
«Da non politico, che per la prima volta si scommette per la sua città, non mi aspettavo che il clima da campagna elettorale degenerasse in ogni forma di strumentalizzazione, ma il tono e le illazioni di dichiarazioni, comunicati stampa ed interviste, mi hanno fatto capire che se la parola d’ordine è “tutti contro Bramanti”, allora vuol dire che sanno che sono l’unico che ha le carte in regola per cambiare Messina e portarla all’eccellenza come ho contribuito a fare con l’Irccs. Non è possibile che improvvisamente dopo anni lusinghieri di pubblica amministrazione, mi ritrovi al centro di polemiche solo perché ho dismesso la veste di manager della sanità per contribuire al dibattito politico cittadino!».
Il candidato sindaco, però, sottolinea che nulla potrà riuscire a convincerlo a fare un passo indientro.
«Mi immagino che se tornassi subito al mio originario lavoro, tutto tornerebbe alla precedente normalità e considerazione. Ma se il tentativo è quello di indurre timore o ripensamento, allora preciso che andrò dritto per la mia strada, confortato dall’affetto e dalla passione dei messinesi. Per me la politica è un servizio ed il confronto va spostato sui contenuti, senza macchina del fango che ha come solo obiettivo, quello di discreditare e di spostare l’attenzione verso le banalità, piuttosto che su temi di interesse comune, per i quali manca ancora oggi la soluzione. Ammetto, che da non politico, tutto questo mi ha sorpreso, ma se tutti parlano contro di me allora vuol dire che ho toccato i tasti giusti e con la serenità che solo una coscienza cristallina può consentire, vado avanti con più determinazione per amministrare la mia città e costruire un futuro migliore, con un “metodo” nuovo, in mezzo alla gente che come me ha a cuore le sorti della nostra Messina».
(331)