“A chi giova la fusione tra Piemonte e Neurolesi? E chi ha interesse a ridurre Messina a semplice strada di passaggio”?
Si interroga così l’esponente del Consiglio comunale Nina Lo Presti, che ha messo insieme tutta una serie di elementi che ricostruiscono il tentativo di isolare Messina, a partire dalla soppressione dell’Ente Porto, all’accorpamento dell’autorità Portuale, allo smantellamento della continuità territoriale, al trasferimento annunciato dell’Ospedale Militare.
Un tentativo all’interno del quale si colloca anche l’accorpamento tra ospedale Piemonte e centro Neurolesi.
“Nella storia dell’ospedale Piemonte si è toccato il paradosso – denuncia la Lo Presti – non c’è stata voce della politica locale che abbia negato l’importanza del presidio ospedaliero o che non si sia schierata dalla parte della protesta, di fronte all’ennesimo scippo determinato dalle logiche sottese alla spending review, all’austerity, al fiscal compact, allo spread, al credit crunch. Una scelta, quella di cedere pezzi del nostro territorio, barattata, forse, – incalza l’esponente del gruppo Misto a palazzo Zanca – in cambio della rassicurazione che un’intera classe politica dirigente, probabilmente indebolita nello scacchiere nazionale e regionale, potrà continuare a riprodursi ancora”.
La partita del Piemonte, e la scelta di sottrarre autonomia alla comunità messinese cedendola a Palermo, Catania e Reggio, si è dunque giocata, secondo la Lo Presti, fuori dall’ambito territoriale, alla Regione Sicilia prima e a Roma poi.
Da qui, tutta una serie di considerazioni da parte dell’esponente del Civico consesso: “Il Governo centrale, frutto di un abbraccio mortale tra centro-sinistra e centro-destra, è formato dagli stessi partiti di cui fanno parte i nostri parlamentari nazionali e regionali ed è il responsabile di tagli alla sanità e consequenziali accorpamenti”.
Un peso, quello della politica nella vicenda Piemonte, che trova sostanza anche nella nomina del Direttore generale: “Michele Vullo è un nominato dalla politica – aggiunge la Lo Presti – l’esecutore materiale di una precisa volontà, la stessa che ha operato i tagli”.
Un disegno, all’interno del quale, anche Renato Accorinti ha giocato un ruolo da protagonista: “Un Sindaco, espressione dell’antipartitismo, che sta governando la città insieme ai partiti tradizionali. Nella vicenda Piemonte – attacca la Lo Presti – Accorinti ha assunto una posizione poco chiara: se nelle sedi istituzionali, nelle quali poteva giocare un ruolo decisivo data l’importanza strategica della struttura ai fini del Piano di protezione civile del Comune, sottoscriveva protocolli che hanno dato il via a processi inarrestabili che si potrebbero concludere nello smantellamento dell’ospedale Piemonte, nelle piazze assecondava la rabbia della folla dichiarandosi contrario alla chiusura”.
“Risulta impossibile tacere poi sull’ambiguità di quanti in ambito locale si schierano dalla parte della comunità, salvo poi operare scelte incoerenti nelle sedi decisionali, e di altri che, sebbene ingrossino le fila di quei partiti responsabili dei tagli alla sanità, alla pubblica istruzione, al welfare – conclude l’esponente del gruppo Misto di palazzo Zanca – si dicono difensori degli interessi della collettività contro gli effetti devastanti dell’azione politica dei partiti di appartenenza”.
L’interrogativo dunque, rimane aperto; l’appuntamento in piazza invece, a tutela del presidio ospedaliero, è per venerdì 22 maggio.
Emma De Maria
(396)
Ma a he serve tutto questo? già da sabato scorso ho visto il trasloco di alcuni uffici e lunedì è stato dato risalto nei quotidiani locali al fatto che già si sono installati in quei locali ambulatori dei neurolesi? I Dirigenti hanno anticipato tutti e si sono piazzati dentro alla stessa stregua degli occupanti abusivi delle casette popolari. Hanno tutto programmato fottendosene della gente e di ciò che vuole. Come ha potuto far questo il Dr. Bramanti se, come si dice, non esiste alcun provvedimento definitvo?