I nuovi parchi, da villa Dante a villa Sabin
Passiamo ora alle ville nate più di recente e cominciamo con Villa Sabin, situata al Capolinea Nord del tram, tra il Baby Park e il parcheggio di interscambio. Lo spazio verde intitolato al virologo polacco noto per aver creato il più diffuso vaccino contro la poliomielite, ci spiega Franz Riccobono «sorge su quella che un tempo era una discarica. Proprio in quella zona, infatti, venivano gettati i materiali di risulta degli scavi edilizi». Sarà solo sul finire degli anni ’60 che quella che oggi conosciamo come Villa Sabin inizierà a prendere forma grazie all’intervento della famiglia Vanfiori, cui era stata affidata dal Comune di Messina.
«Nell’area appena circostante l’ingresso del Gran Camposanto, per rispetto ai luoghi, e per il divieto istituito per legge di costruire fino a 200 metri dal cimitero – spiega Franz Riccobono –, non venne inizialmente fatta alcuna edificazione. Quindi, dopo il terremoto del 1908, il grande piazzale su cui si affaccia il Gran Camposanto era rimasto libero dalle macerie e venne utilizzato per i primi baraccamenti, che durarono fino agli anni ’30. Durante il fascismo, questi vennero eliminati e al loro posto sorse una villa comunale, tagliata in due dal viale San Martino. Negli anni ’70 il viale San Martino è stato chiuso e attorno allo spazio verde è stato creato un “anello” che includeva la porzione centrale, prima occupata dalla sede stradale. La Villa Dante che conosciamo oggi, il più grande giardino pubblico della città, nasce così». Uno spazio dall’enorme potenziale, che oggi si sta cercando di riqualificare.
Spostandoci un po’ più verso il centro di Messina, Franz Riccobono ci ricorda che: «Nella costruzione dell’Università e del Tribunale, in origine erano stati lasciati ampi spazi al giardino. Dove ora c’è Economia e Commercio, per intenderci, prima c’erano delle aiuole. Nella zona prospiciente la via Giacomo Veneziani vi era un giardino, come si può vedere anche dagli alberi ancora rimasti. Era, in sostanza, una “passeggiata romantica” che si concludeva con l’ingresso monumentale della vecchia Università».
Sempre in centro, tornando al tema del “potenziale” inespresso, non possiamo non soffermarci brevemente sulla Villetta Quasimodo, un tempo “Zancle”, situata di fronte all’albergo “Hotel Royal”. Prima di diventare ciò che è oggi, l’area era un piazzale sterrato in cui si fermavano i bus diretti nelle varie zone della provincia di Messina. Trasformato in villa comunale, lo spiazzo ha mai avuto una grande fortuna, nonostante la posizione centrale.
I parchi delle antiche ville nobiliari di Messina
Ma i giardini, a Messina, non erano chiaramente solo quelli pubblici. A donare quel tocco di verde in più a una città altrimenti troppo grigia erano e sono anche le – più o meno antiche – grandi ville private. Alcuni esempi sono l’antica Villa Costarelli, dove oggi sorge il complesso residenziale di Villa Luce, Villa Bosurgi e Villa Roberto, a Ganzirri. La riviera che porta fino a Torre Faro, spiega Riccobono «un tempo era ricca di ville con parchi privati, poi lo sviluppo dell’edilizia residenziale che ha distrutto buona parte della copertura arborea».
(Foto dell’archivio di Franz Riccobono e Giangabriele Fiorentino)
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D’accordissimo a questi progetti purché non facciano la fine di quel poco verde che abbiamo: ricettacolo di rifiuti, ratti e insetti spesso causati dall’incuria e poca attenzione di qualche cittadino.