Dalla Procura della Corte dei Conti arriva la messa in mora per la restituzione di oltre 7 milioni di euro nei confronti di 35 centri di Formazione siciliani.
Si tratta dei contributi di integrazione che gli enti hanno ricevuto tra il 2007 e il 2009 dalla Regione. Una procedura su cui- va detto- non è intervenuta alcuna contestazione da parte degli organi di controllo, pertanto , difficilmente gli enti chiamati alla restituzione dei 7 milioni intenderanno sborsarli.
Intanto, per la concessione di queste integrazioni, la Procura regionale della Corte dei conti ha citato in giudizio sette persone, fra ex assessori e dirigenti regionali. Tra questi il messinese ex assessore al Lavoro, Santi Formica. Secondo la magistratura contabile, l’ottenimento delle integrazioni regionali” avrebbe consentito agli enti di formazione di scaricare sull’erario regionale i propri costi di impresa”. In pratica un “pasticcio” burocratico” che minaccia un contenzioso legale in arrivo tra Regione ed Enti.
Intanto in trentacinque hanno ricevuto la messa in mora per restituire le somme, che sono di poche migliaia di euro per alcuni; ingenti per altri. Altri come L’Aram di Messina, chiamata a restituire 1 milione di euro. La supera soltanto l’Anfe, con due milioni da ridare alla Regione.
Ma questi enti di Formazione danno davvero lavoro? Stando alle statistiche no. In Sicilia la disoccupazione giovanile sfiora il 30 per cento, nonostante la sola Ue dal 2003 al 2010 abbia finanziato corsi per 1,5 miliardi di euro. La Corte dei conti ha accertato che: il 30 per cento degli allievi (retribuiti in media 500 euro al mese) si ritira anzitempo. Ogni partecipante costa 9.391 euro.
Adesso la Regione corre ai ripari e, se prima finanziava i corsi con i soldi dell’Unione Europea, basandosi sulle spese sostenute dagli enti, senza considerare l’effettivo lavoro svolto, ora, per pagare vuol sapere il numero degli allievi e all’ente andranno soltanto i soldi spettanti: 129 euro l’ora per un corso con quindici allievi.
I corsi con meno del 50% di allievi previsti non saranno più pagati a prezzo pieno.
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