laurea messina

La nostra Università merita la speranza di un cambiamento

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laurea messinaLa singolare sortita del presidente della Regione Abruzzo, Giovanni Chiodi, che ha avanzato la incredibile proposta di “chiudere”, tra le altre, l’Università di Messina, per la sua scarsa produttività scientifica, e la puntuale risposta di Enzo Garofalo (insieme a quella altrettanto puntuale del rettore Navarra) possono costituire occasione per qualche breve riflessione sulla questione. Innanzitutto bisogna dire che l’Università di Messina, anche nel campo della ricerca, ha molte aree di assoluta eccellenza, in grado di competere con i migliori Atenei italiani ed europei. Non faccio riferimenti precisi per una questione di buon gusto, ma basta consultare i documenti ufficiali dello stesso Ministero e delle agenzie di valutazione per rendersene conto. Ma la questione è altra. Bisogna avere l’onestà intellettuale di dire che l’Università non è solo Ricerca, è soprattutto Formazione. Certo anche formazione alla ricerca. Una ridotta produttività scientifica non sempre significa scarsa efficienza e improduttività del sistema. Pensiamo ai tanti docenti che hanno dedicato e continuano a dedicare ore ed ore all’insegnamento e che hanno formato intere generazioni di studenti messinesi e calabresi, magari a scapito di una ridotta attività di ricerca; per non parlare dei docenti di Medicina, ai quali si richiede anche un gravoso impegno assistenziale che inevitabilmente finisce per penalizzare sia la Formazione che la Ricerca. Vogliamo addossare loro colpe che non hanno? Il problema ha molte facce e non è onesto mortificare un intero Ateneo con giudizi sommari ricavati da dati che si riferiscono ad una sola delle attività che si svolgono in una Università. Detto questo, bisogna tuttavia riconoscere che l’Università di Messina non è certo esente da colpe. Dal nepotismo molto diffuso, alle tante sacche di inefficienza, mali che non si è saputo o voluto estirpare nel tempo. Il cambio generazionale alla guida dell’Ateneo, che si è realizzato recentemente con la elezione del prof. Pietro Navarra, può rappresentare una svolta nei metodi di gestione della nostra Università, purchè premiare il merito e la competenza non rimanga una mera affermazione di principio, ma un concreto e limpido criterio di selezione dei molti giovani che guardano con speranza all’Università e che spesso rimangono delusi e mortificati da discutibili criteri di reclutamento.

Cinzia Coscia

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