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Isola pedonale: un tema serio che va gestito con cura

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Isola pedonale1In questi ultimi mesi a Messina è ritornato all’attenzione dell’Amministrazione comunale e delle forze sociali, un tema di sicuro interesse: l’isola pedonale ampia, che vede coinvolte oltre alla via dei Mille anche via G. Bruno e il viale San Martino con tutte le trasversali che intersecano questi assi viari, tra via Maddalena e via T. Cannizzaro, avendo come limiti a monte via Risorgimento e a valle via U. Bassi.

Le tesi a favore o quelle contrarie, si sono confrontate in questi anni adducendo ciascuna gli elementi a loro più favorevoli, ma non sono riuscite a individuare soluzioni mediate capaci di produrre effetti utili alla città e alle imprese che in queste strade svolgono la loro attività.

È bene precisare che l’istituzione di una “isola pedonale ampia” a prescindere da qualsiasi considerazione, sino ad oggi esternata, non è stata neutra, cioè priva di effetti sulla viabilità e sulle scelte dei cittadini-consumatori, oltre che di conseguenze sulle famiglie che vi abitano e sulle aziende.

Alla luce delle reazioni sino ad oggi registrate, la seduta aperta del Consiglio Comunale è li a dimostrarlo, quanto veniva paventato in negativo si è verificato, segno questo che gli accorgimenti previsti, quali le navette dalle aree parcheggio verso la zona pedonale, il razionale funzionamento delle stesse, e le modifiche di alcuni flussi della viabilità, non sono stati sufficienti per evitare i riflessi negativi che da più parti vengono descritti e lamentati.

Sono tre i fronti sui quali l’attenzione dovrà essere massima: la viabilità in senso lato in questa porzione di città, i servizi in favore dei residenti, gli effetti squisitamente commerciali che coinvolgeranno le aziende; se qualcuno pensasse di poter immolare uno solo di questi fattori al feticcio della “zona pedonale” solo perché esse sono presenti in molte città, commetterebbe un errore grossolano.

A tal proposito si dice che a Milano, quando si affacciò l’ipotesi di chiudere al traffico via Montenapoleone, si presentò in Comune l’amministratore delegato di una nota “griffe” mondiale per esporre i rischi commerciali cui si andava incontro con quella scelta! L’idea fu abbandonata.  

Chi conosce le dinamiche sociali e le semplici leggi dell’economia “quotidiana” non può e non potrà meravigliarsi se qualcuna delle rappresentanze datoriali nei tavoli tecnici,  non si limiterà all’analisi e alla valutazione degli effetti dell’isola pedonale ampia sulla struttura commerciale cittadina coinvolta, ma anche alla valutazione degli aspetti che riguardano specificatamente la viabilità e la vita quotidiana dei residenti, in particolare di quelle fasce sociali che più di altre potrebbero subire ricadute negative dalle modifiche apportate alla viabilità.

Va ricordato che in quelle città, piccole o grandi che siano, in cui sono state istituite zone pedonali, esse ricadono in zone ampiamente servite da parcheggi e dai mezzi di trasporto pubblico, in quanto la chiusura al traffico non può significare solo il divieto di transito alle auto, ma vuole essere uno strumento o un modo diverso di vivere porzioni di territorio cittadino; pretendere di dare lezioni di educazione civica o di bon ton con chiusure e/o limitazioni di vario tipo è contro ogni logica sociale e commerciale.

Purtroppo le esperienze vissute negli anni scorsi, non sono state brillanti e quanto si sta verificando in questo periodo ricalca ampiamente quanto già registrato, ma con una aggravante: la città è come fosse divisa in due con una cesura rappresentata da Piazza Cairoli e la zona chiusa al traffico.

A coloro che sono contrari alla pedonalizzazione così com’è, si potrebbe obiettare che si tratta di un esperimento che dovrebbe durare sei mesi, ma il calo delle vendite registrato in una porzione di territorio più ampia rispetto a quella chiusa al traffico deve indurre l’Amministrazione a rivedere con pragmatismo le sue decisioni, per evitare che l’esperimento sia fonte oltre che di mugugni anche della chiusura di aziende che sino ad oggi avevano mostrato piena vitalità.

Sino ad oggi da parte dei sostenitori della zona pedonale, non sono stati forniti contributi effettivi ai monitoraggi degli andamenti commerciali, mentre coloro che lamentano cali nelle vendite e una riduzione sostanziale degli afflussi di messinesi verso il centro cittadino, stanno fornendo dettagli “numerici” che non possono essere disconosciuti.

Una verifica sul campo vede importanti esercizi di settori diversi, che nulla dovrebbero temere, segnalare con forza una considerevole riduzione delle vendite ed un calo di presenze nell’area pedonalizzata.

Solo dati probanti potranno essere utilizzati per le scelte definitive sull’assetto della zona più nevralgica di Messina, sia sotto l’aspetto della viabilità che della vita commerciale delle imprese coinvolte.

 

Aurelio Giordano

 

      

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