A precedere la tanto attesa seduta di Consiglio comunale, in cui verrà discussa e votata la mozione di sfiducia alla Giunta Accorinti, è una vera e propria guerra dialettica. Da un lato c’è chi ha firmato il documento ribadendo di averlo fatto per “il bene della città”, dall’altro c’è chi è contrario ad azzerare anzitempo i quadri politici, aprendo le porte all’ennesimo commissariamento. Anche quest’ultima fazione dice di agire per il bene della città. E Messina attende fiduciosa e forse un po’ impaurita.
Intanto, il sindaco Renato Accorinti esce allo scoperto con una lettera dai toni a tratti surreali in cui descrive una città cambiata, considerandosi comunque vincitore a prescindere dall’esito della discussione sulla sfiducia. Il primo cittadino, spara a zero contro gli avversari che vogliono la sua testa. Definisce la sfiducia un atto di forza, dimenticandosi forse che è invece un atto puramente democratico. “Fa gola tornare adesso – dice – nel tempo del raccolto, dopo la durissima ed instancabile semina di questi tre anni e mezzo”.
Come se chi verrà dopo, direttamente a giugno o il prossimo anno, non dovrà fare altro che sedersi intorno a una tavola apparecchiata elegantemente e imbandita con prelibate pietanze. Evidentemente Accorinti vede così Messina: bella, cambiata. Parla di ideali, diritti degli ultimi, rivoluzioni, di sogni diventati realtà. “Ormai niente sarà più come prima perché questa esperienza ha dato prova che si può realizzare l’irrealizzabile“.
E’ vero, i passi avanti ci sono stati in alcuni ambiti. Si pensi all’Atm che oggi offre un servizio dignitoso, si pensi ai bilanci e al gran lavoro dell’assessore Luca Eller. Ma quale “irrealizzabile” è stato realizzato? La domanda sorge spontanea dopo aver fatto un giro per la città. Negli ultimi anni Messina ha offerto il suo lato peggiore. E’ sporca, malandata, vittima dell’inciviltà di molti suoi residenti.
E allora diciamolo chiaramente: Accorinti sta vivendo un sogno e la vera utopia consiste nello sforzarsi a continuare a dormire, lasciandosi cullare da frasi fatte e sani principi, invece che svegliarsi e affrontare la realtà.
Qualcuno lo svegli, allora, il nostro sindaco, lo prenda per mano e lo conduca in giro per Messina. Lo blocchi davanti alle saracinesche abbassate delle centinaia di attività commerciali chiuse nell’ultimo triennio; davanti ai cumuli di rifiuti che ancora rimangono in parecchie zone della città; davanti all’asfalto dissestato; davanti alle strade invase dai tir; davanti ad alte ‘siepi’ che si estendono per tutta la lunghezza dei marciapiedi; davanti a servizi sociali che funzionano ora sì ora no; davanti alle baracche; davanti alle facce dei messinesi, stanche, disperate, deluse, perchè ci avevano creduto nella ‘rivoluzione dell’onestà’. Non sapevano che non basta l’onestà a cambiare le cose. Non sapevano che non si governa una città disastrata come quella che 3 anni e mezzo fa Accorinti ha preso in mano con il semplice tocco della bontà d’intenti.
Quella mano doveva chiudersi a pugno, serrare Messina e proteggerla, e quel pugno doveva battere, forte, sulle porte che hanno chiuso Messina come in una conca, tagliata fuori da trasporti marittimi e ferroviari. E poi quella mano doveva aprirsi, perchè a mani aperte si semina e a mani aperte si raccoglie.
Io spero che la sfiducia ad Accorinti non passi. Io spero che Accorinti si svegli dai suoi ideali che non hanno prodotto nulla di rilevante e per un anno e mezzo ancora faccia almeno una parte di quello che aveva promesso alla città, concretamente. Buon proseguimento, sindaco.
Andrea Castorina
(908)
Il giornalista è equilibrato e saggio. Sono diversi i commenti in cui centra le questioni di fondo e senza polemica o pressappochismo giunge a rendere etici i suoi pezzi. Complimenti. N. Mantineo
per carità tre anni e mezzo fa si è votato Accorinti perchè banalmente si è scelto il meno peggio.
L’alternativa allora, non desidero essere frainteso, era il vecchio modo di fare politica che ha portato tra l’altro ad una condanna ad 11 anni. e diciamo che Accorinti ha vinto anche per questo
Ora sarebbe opportuno che il buon Renatino si faccia un bell’esame di coscienza e si capisca che la sua “vittoria” non è, se non proprio in piccolissima o ridicola parte, farina del suo sacco, ma piuttosto era semplicemente frutto del tempo.
per parafrasare qualcuno adesso “tutto il resto è una noia mortale”; il guaio vero è che Messina è oramai veramanete morta
Bisogna chiedere a Renatino, da quale pianeta viene e in quale dimensione vive, non certo a Messina, città per la quale non ha saputo fare nulla se non assegnare incarichi a gente più inesperta di lui, vedi Termini Amam, che non ha saputo far altro che lasciare la città priva di acqua per mesi con Renatino che non sapeva cosa fare e proclamava nelle televisioni che l’acqua era abbondante. Le strade sono impraticabili, le fogne intasate e alle prime piogge non si circola, i quartieri abbandonati e sporchi, la citta’ piena di spazzatura ed un Ialacqua, assessore per caso, che non sa come arrampicarsi sui muri lisci. ecc. ecc.