Sarà presentato il prossimo 8 febbraio, alle 17.30, nei locali della Sala Convegni del Palazzo “G. Spagnolo” di Barcellona Pozzo di Gotto, l’ultimo libro dello scrittore Giuseppe Giunta. Moderato dalla giornalista Flaviana Gullì, l’incontro prevede gli interventi di Luigi Chiarenza, Andrea Italiano, Giulia Carmen Fasolo e lo stesso autore. L’evento è organizzato dalla Casa Editrice che edita il volume, con il patrocinio gratuito del Comune di Barcellona Pozzo di Gotto e della Pro Loco “Alessandro Manganaro”.
“La fucina dei sogni”, pubblicato per i tipi delle Edizioni Smasher, è un libro sull’alchimia. Dalla prefazione a firma dello storico dell’arte, Andrea Italiano, si evincono concetti legati alla qualità e allo stile dell’opera e alla sostanziale verità che essa racchiude sul percorso di vita dell’intera umanità.
L’uomo moderno è un uomo senza un punto di riferimento interno-esterno che lo possa guidare nel periglioso cammino della vita, paragonabile ad una barchetta nel mezzo di una tempesta, senza un faro che la illumini. È un uomo triste perché ha smarrito la speranza del Sacro, del ritorno a casa; è schiavo perché legato al più spietato dei padroni: la macchina. L’uomo moderno è un uomo senza più aspirazioni verticali, senza ambizioni nobili, senza sogni, poiché sottoposto a ritmi standardizzati, a routine lavorative e sociali, a meschinità culturali.
Il libro di Giuseppe Giunta parte da qui, ma non è qui che si vuole fermare. L’autore vuole rifondare l’idea di uomo, vuole infondere a questo corpo morto un nuovo anelito di speranza. E lo fa scrivendo un libro che può essere inteso come un testo a più livelli, ma che sostanzialmente è un “non canonico” libro di alchimia, “personalissima” alchimia vista qui come pratica spirituale e simbolica, ma altresì reale e concreta attraverso cui lo spirito dell’Uomo può passare da uno stato di morte, di negritudine, ad uno stato di rinascita sublimata, di nuovo inizio.
L’avventura iniziatica di Giunta è un viaggio incredibile tra cielo e terra, tra il realismo della materia corporea e l’idealismo del pensiero, dell’astrazione. Il primo passo da fare, per l’alchimista, è morire al mondo. La morte rituale consiste nell’abbandonare completamente il modo consueto di vedere le cose. Abbandonare il Sé vecchio e imperfetto con la speranza di trovare un Sé nuovo, perfettibile: questo è il senso della morte rituale alchemica. Il cammino dell’alchimista è lungo e difficile. E non è semplice il linguaggio con cui Giunta scrive la sua opera, un messaggio forte, carnale, che sembra fatto per la sua voce possente e roboante. È un linguaggio velato di allegorie, pregno di simboli, tortuoso, farcito di parole desuete, ricercate, ma a tratti si accende in bagliori terrestri, in parole comuni, in parole scabrose.
Il libro contiene cinque illustrazioni, presenti per gentile concessione dell’artista Marco Rizzo.
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