Nata 44 anni fa, il 23, Teresa Mannino nel suo monologo affronta diversi temi: dalla sua infanzia, confrontandola con quella della figlia, a cui è dedicato lo spettacolo, alla propria terra, dai tradimenti, degli uomini e delle donne al rapporto con la sorella. Sono nata il ventitré è lo specchio dei suoi pensieri; e siccome pensa sempre quello che dice e dice sempre quello che pensa, seguire il suo filo logico sarà un’esperienza divertente.
Si potrebbe sintetizzare in questo modo il carattere che contraddistingue Teresa Mannino che, in questo suo nuovo lavoro teatrale, attraversa strade e temi diversi ed istintivi: l’amore, la vita, il tradimento, gli uomini e le donne, la passione per la conoscenza e per la propria terra. E con la stessa passione racconterà i tormenti di Penelope e quelli della vicina di casa. Si rifarà alle donne, eroine e non, dei classici, per dare consigli e consolare, soprattutto, le amiche con problemi di cuore. Filosofa su carta e nello spirito, non vuole smettere mai di conoscere e sapere, raccontare e raccontarsi purché i fatti siano epici oppure siano sempre (più o meno) reali o realmente accaduti e questa volta, più che mai, lo farà senza rete e senza filtri. Padrona, con zelo costante, della scena, Teresa non mancherà di coinvolgere il pubblico a tal punto che il suo monologo diventerà, quasi, un dialogo, un incontro, uno scambio singolare ed autentico di battute e verità.
scene Alessandro Bassani
costumi Tom Ford
trucco e parrucco Rosy Benevento
musiche originali Valerio Vigliar
responsabile tecnico Fabio Franchi
disegno luci Danilo Albani
regia Teresa Mannino
produzione Bananas
Durata 1h e 30 min
(136)