«Musica e scienza salveranno il mondo» questo l’augurio degli studenti del liceo Quasimodo e del Conservatorio Corelli che, negli scorsi mesi, hanno realizzato i 15 murales del nuovo Spazio Gazzi Arte, inaugurato ieri pomeriggio nella sede di via G. Motta.
Un “presidio di arte urbana” per ridare vita a uno spazio abbandonato, ai margini del centro città, un esempio di collaborazione e integrazione a cui hanno partecipato anche alcuni minori del Centro Migranti di Cristo Re.
Un muro fatiscente è stato così trasformato in un’opera d’arte, grazie all’impegno di un gruppo di ragazzi e alla sapiente guida di Giuliana Giuffrida, docente di storia dell’arte del Quasimodo, di Saverio Pugliatti, ideatore e art director del progetto e dell’art coach Antonello Arena. Agli studenti sono state date poche note, un tema di base da cui partire, arte e scienza, ma da cui non lasciarsi vincolare troppo. Con estrema libertà hanno quindi dipinto le loro emozioni, mettendosi in gioco e scoprendo così aspirazioni e capacità che, in linea di massima, non sapevano di avere.
Un pianista suona sulla Luna, ma nessuno può sentirlo perché nello spazio il suono non si propaga, dando vita a una metafora dell’incomunicabilità, della nostra incapacità di fermarci ad ascoltare. Un ragazzo, raffigurato in grigio, butta giù un muro che, sospeso da terra, rappresenta i limiti che ci poniamo, creando così un varco che dà su un treno, simbolo del movimento e delle possibilità.
Paure e speranze per il futuro trovano ospitalità nel murales, quindi, ma anche il presente, l’indignazione giovanile e la critica al consumismo, soggetto del pannello intitolato “Geld über Welt”, i soldi sopra il mondo. Un uomo a metà, come stiamo diventando tutti noi, diviso tra la sua parte meccanica, in simbiosi con le macchine, e il suo lato più umano ed emozionale. Una gabbia/alveare in cui le pietre diventano api colorate, simbolo di vita e nutrimento per il pianeta, che stiamo perdendo pian piano a causa della nostra noncuranza. E ancora, cuore e ragione, un albero di note musicali, un tappeto di libri, il volto di Einstein e una serie di acuti riferimenti ad artisti e scienziati provenienti da diversi campi: Magritte, Bauman, Einstein, solo per citarne alcuni.
Nel corso dell’inaugurazione, accompagnata dalla musica dell’Opale Accordion Quartet dell’istituto Corelli, sono stati presentati, inoltre, i progetti per il futuro dei due istituti.
Una serie di laboratori creativi prenderanno il via nei prossimi mesi, guidati da artisti di rilievo come Sara Teresano e Nino Bruneo. E poi, la creazione di uno spazio aperto al pubblico, in cui studiare, leggere un libro o chiacchierare, all’ombra dell’albero secolare che si trova nel perimetro dell’edificio. In cantiere anche l’idea di rendere la struttura uno spazio in cui organizzare mostre, concerti e rassegne culturali, per ridare centralità a un luogo vicino alla città, ma spesso relegato ai margini e ignorato.
Durante della serata, presentata da Gisella Cicciò, sono intervenuti: Piero La Tona, dirigente scolastico del Minutoli, Giuseppe Ministeri, presidente del conservatorio, Giuliana Giuffrida e Saverio Pugliatti. I 15 murales sono stati realizzati da: Alessandro Bonanno (Alveare), Andrea Agati (Frantumazioni, L’albero delle note), André Di Lorenzo (Saperi), Andrea Zappalà (Musica e Scienza), Antonella Pellegrino (L’albero delle note), Federica Casile(L’albero delle note), Cetty Santanello (Cultura liquida), Felice Cardile (Frattura disarmonica), Giorgio De Leo (Work in regress), Lillo Briguglio (Natural disaster), Marcello Ristagno (Emoji’s web), Mariagiulia Sturniolo (Questo non è un cuore), Miriana Restuccia (Geld über Welt), Monica Miraglia (Cecilia), Adriana Rasconà (Saperi), Giovanni Giganò (Corelli – Quasimodo), Costanza Sibilla (Gabbie). I minori del centro migranti, Wael Noor e Lamin Sanko hanno collaborato ai diversi murales. Fondamentale, infine, il contributo degli studenti dell’istituto turistico Antonello, che si sono occupati, tra le altre cose, di raccontare agli ospiti le storie raffigurate dai murales.
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