La musica non si ferma: nasce Sicilia Festivals, ce lo racconta Lucrezia Muscianisi del Mish Mash

Pubblicato il alle

7' min di lettura

Esistono delle situazioni di difficoltà – come quella legata al coronavirus – che permettono di tirare fuori il meglio: questo è quello che è successo a 6 grossi festival siciliani che hanno deciso di unire le forze e creare Sicilia Festivals, un network nato a inizio maggio per portare avanti una politica di riconoscimento di un intero settore, come quello della cultura musicale, che è stato affrontato – secondo gli operatori del settore – in modo superficiale.
A comporre Sicilia Festivals sono: Festivalle dei Templi, Mondo Sounds, One day music Festival, Ortigia Sound System Festival, The Djoon Experience Festival e il Mish Mash di Milazzo. Ed è proprio con Lucrezia Muscianisi, Director del Mish Mash che abbiamo scambiato un paio di battute per saperne di più.
«Non sappiamo se siamo una discoteca o un teatro. Vorremmo che tutto il settore avesse linee guida precise e una mappatura regionale. Ci piacerebbe che la Sicilia diventasse una Music Region riconosciuta a livello nazionale e internazionale».

Progettare cultura – sviluppare linguaggi creativi

Lucrezia Muscianisi per Sicilia Festivals
Lucrezia Muscianisi

A raccontarci della nascita del Sicilia Festivals, network che unisce 6 rassegne musicali che si svolgono in Sicilia, è Lucrezia Muscianisi giovane milazzese di stanza a Milano che per il Mish Mash ricopre il ruolo di Director mentre nella vita di tutti i giorni fa l’architetto con un’attenzione particolare verso la progettazione culturale.

«Per il Mish Mash Festival sono Director. In sintesi, predispongo e finalizzo il programma definito all’interno dell’organizzazione, traducendolo in un progetto concreto. Da architetto mi occupo di trasformazione urbana e progettazione di parti di città. Il dialogo con il territorio – con gli attori che ne fanno parte – è alla base della progettazione culturale e urbana grazie a linguaggi e sviluppi creativi. Un tema che abbraccia cose diverse come la valorizzazione e la fruizione del patrimonio culturale.»

In tal senso le due attività di Lucrezia vanno di pari passo, il Mish Mash infatti ha scelto come location il Castello di Milazzo, facendo scoprire ai più giovani una delle bellezze del territorio. «La Sicilia – lo sappiamo bene – ha un potenziale incredibile e – per me –  la ricchezza delle storie che questa regione racconta è imparagonabile.

Ti ritrovi tra arabi, spagnoli, normanni, greci, franchi, musulmani. La nostra cultura è basata sull’incontro. Sulla contaminazione. E da questa base partirei per definire un progetto culturale. Esattamente dal nostro DNA. Attraverso la contemporaneità che viene ancora, incomprensibilmente, sottovalutata.»

La musica non si ferma – è nato Sicilia Festivals

mish mash Così come è già successo alla 24esima edizione del Ypsigrock di Castelbuono – uno dei più grandi festival musicali d’Italia, anche il Mish Mash per quest’estate è stato cancellato. «Purtroppo, abbiamo dovuto annullare la V edizione del Mish Mash. Non era sostenibile in questo clima che non ha certezze. Come organizzatori stiamo provando a capire la fattibilità di un evento diverso, ma rappresentativo di questo momento storico. In caso negativo, sarà sicuramente un’estate strana. Non siamo più abituati a non fare nulla. Vedremo.»

E infatti, i ragazzi non sono stati con le mani in mano ma all’inizio di maggio, insieme ad altre 5 realtà siciliane hanno fondato il Sicilia Festivals. «Sicilia Festivals è il network fondato da 6 importanti festival esperienziali siciliani che, visto il periodo decisamente buio per eventi e intrattenimento, hanno deciso di fare squadra e portare avanti una politica di riconoscimento di un intero settore che è decisamente stato ignorato finora. I sei festival che lo compongono, ad oggi, sono: Festivalle dei Templi, Mondo Sounds, One day music Festival, Ortigia Sound System Festival, The Djoon Experience Festival e noi del Mish Mash.

Coinvolgiamo 5 province, 120.000 persone e abbiamo calcolato grazie a un docente di Catania anche l’indotto degli ultimi tre anni che è vicino ai 20 milioni di euro. Attraverso questi eventi il pubblico scopre il territorio, la cucina, il patrimonio culturale, il paesaggio.

Ciò che abbiamo affrontato quest’anno è stato uno stop su una progettualità durata un anno, con la perdita di lavoro di tutte le professionalità che ne fanno parte, senza certezze, direttive e linee guida certe: non sappiamo se siamo una discoteca o un teatro. Vorremmo che tutto il settore avesse linee guida precise e una mappatura regionale. Ci piacerebbe che la Sicilia diventasse una Music Region riconosciuta a livello nazionale e internazionale

Le azioni di Sicilia Festivals

Il network, con il supporto di ricercatori universitari, tra cui Arturo Di Bella, docente di Geografia del Turismo del Dipartimento di Economia dell’Università di Catania, ha deciso di avviare un percorso di lavoro comune che, a partire dalla condivisione del momento drammatico, intende tramutare la crisi covid-19 in uno spazio di opportunità di collaborazione, sperimentazione e innovazione.

«L’evento comune non è in programma adesso, ma non escludiamo la possibilità di organizzarlo, una volta che sarà perlomeno possibile. Il network non è chiuso, anzi. Ci piacerebbe riuscire ad essere più rappresentativi possibile e chiunque voglia farne parte è il benvenuto

Tra le richieste di Sicilia Festivals alla Regione Sicilia:

  • adesione del comparto alla misura di indennità per mancato sbigliettamento (misura 10 milioni prevista nell’ultima finanziaria);
  • l’adesione del comparto alla misura “Voucher” Sicilia proposta dall’Assessorato del Turismo dello Sport e dello Spettacolo, tramite l’acquisto di un numero limitato di biglietti dei festival per le edizioni 2021. Tali biglietti potranno essere inseriti all’interno dei pacchetti di Tour Operator e Agenzie di Viaggio creando un vero vantaggio competitivo per il potenziale acquirente;
  • Istituzione da parte della Regione di un fondo “Salva Festival” per le imprese che organizzano le manifestazioni, e che non rientrano nei parametri del FUS, attribuendo un prestito a fondo perduto pari al 30% del fatturato dell’anno precedente, così come avviene in Francia ed in Germania;
  • una delegazione di Sicilia Festivals ai tavoli tecnici che appronteranno le linee guida degli interventi emergenziali;
  • creazione di misure adeguate allo sviluppo del comparto dei festival esperienziali che possano consentire alle imprese la programmazione dei propri eventi con adeguati strumenti finanziari a supporto. A tal proposito si ritiene opportuno precisare l’inadeguatezza della misura Co.Co. per i criteri di validazione e selezione dei progetti;
  • creazione di un albo dei progettisti culturali che identifichi figure professionalizzate del mondo della cultura.

(655)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

error: Contenuto protetto.